Si fa sempre più intenso l’interesse dei giganti Usa verso il mercato indiano, dal livello “over the top” sino al semplice acquisto di azioni di società tlc. Dopo Facebook, che nell’aprile 2020 ha rilevato il 9.9% di Jio Platforms, controllata da Reliance Industries, e dopo una prima missione di Google, che pochi mesi dopo ha messo sul piatto 4.5 miliardi di dollari per acquisire il 7,7% sempre di Jio, ora Mountain View torna a rilanciare. Nel mirino, questa volta, ci sarebbe Bharti Airtel, colosso da 45 miliardi di dollari controllato dal magnate indiano Sunil Mittal e reduce da un guadagno di quasi il 7% in poche sedute alla borsa di Mumbai. Ad oggi Bharti rappresenta il primo operatore di telefonia mobile in India, con una stima per fine anno di circa 470 milioni di clienti.
Operazione “particolarmente grande”
Se l’operazione, per ora riferita solo da indiscrezioni giudicate attendibili, andasse a buon fine, la controllata di Alphabet diventerebbe azionista di due grandi gruppi tlc in India. Si tratta, secondo gli analisti, di un mercato in fase di grande accelerazione, particolarmente allettante per gli investitori stranieri.
Secondo le voci, la società guidata da Sundar Pichai sarebbe già in “fase avanzata delle trattative” con Airtel da “quasi un anno” e la dimensione dell’accordo potrebbe essere “particolarmente grande, nella dimensione di diverse migliaia di milioni di rupie””. I contorni della partnership sarebbero stati elaborati per mesi, mentre i massimi dirigenti di entrambe le società e i loro team legali e M&A interni ed esterni starebbero analizzando i punti più sottili dell’accordo.
L’accordo sarebbe della massima importanza per Sunil Mittal, fondatore e presidente di Bharti Enterprises. La concorrente Jio offre infatti chiamate vocali e dati gratuite a prezzi molto bassi, mettendo sul mercato tariffe considerate dalla concorrenza “non competitive”. “L’ingresso di Google potrebbe ribaltare il bilancio di Airtel, oltre a fornire assistenza strategica con la sua esperienza nell’analisi dei dati”, ha detto un analista davanti alla possibile operazione.
Data center ed energie rinnovabili
Intanto Google fa parlare di sé anche sul fronte degli investimenti e delle politiche green: la Big tech ha infatti annunciato piani per investire 1 miliardo di euro (1,18 miliardi di dollari) nella costruzione di due nuovi data center, uno a Hanau, vicino a Francoforte, e uno nella zona di Berlino. Il gigante americano di internet prevede anche di espandere la quantità di energia rinnovabile disponibile per alimentare i centri. “La struttura di dati a Hanau è a soli 20 chilometri di distanza dal più grande hub internet del mondo De-Cix”, ha detto Philipp Justus, il capo di Google per l’Europa centrale. L’edificio di quattro piani con una superficie utile di circa 10.000 metri quadrati sarà pienamente operativo il prossimo anno, ha aggiunto. In parallelo, Google creerà una nuova “regione cloud” a Berlino-Brandeburgo, anche se non ha specificato esattamente dove sarà il nuovo data center. Lo scopo principale delle regioni cloud di Google è quello di portare i servizi dell’azienda più vicino ai suoi clienti. Questo migliora notevolmente la velocità dei dati rispetto a una connessione dati transatlantica. L’uso di data center negli Stati Uniti può anche causare complicazioni legali e normative quando si tratta di servizi per i clienti europei.
Una parte significativa degli investimenti di Google va nella produzione di energia rinnovabile, perché i suoi data center sono anche grandi consumatori di elettricità. Il suo partner energetico locale Engie Deutschland alimenterà più di 140 megawatt di energia solare ed eolica nella rete tedesca nei prossimi anni, ha detto Google. Questo include un nuovo impianto fotovoltaico da 39 megawatt e la manutenzione di 22 parchi eolici. Questo per garantire che “a partire dal 2022, circa l’80% dell’energia fornita all’infrastruttura di Google provenga da fonti prive di CO2 in qualsiasi ora”, ha spiegato Justus.