Google ha annunciato l’estensione di Privacy Sandbox su Android. Una mossa che segue a ruota il giro di vite impresso da Apple sui sistemi di tracciatura degli utenti finalizzati all’advertising online e che potrebbe avere importanti ripercussioni su molti player del settore. A partire da Meta, che ha puntato il dito proprio verso la scelta di Cupertino per giustificare le performance in continua discesa di Facebook, con la previsione di perdere circa 10 miliardi di introiti pubblicitari nel corso del 2022.
Le finalità e le tempistiche del progetto
Ma Google tira dritto. “L’obiettivo”, spiega Anthony Chavez, Vp, Product Management, Android Security & Privacy del gruppo, in un blog post, “è quello di introdurre nuove soluzioni per la pubblicità che possano garantire una maggior privacy per gli utenti. Strumenti che limiteranno la condivisione dei dati con terze parti e funzioneranno senza identificatori tra app e app. “Stiamo anche esplorando l’utilizzo di tecnologie che riducano una potenziale raccolta non richiesta di dati, e che permettano un’integrazione più sicura delle app con gli strumenti di sviluppo software pubblicitari”.
Allo stesso tempo, gli sviluppatori e le aziende continueranno ad avere a disposizione strumenti efficaci per lavorare con successo in ambiente mobile. “Mentre progettiamo, realizziamo e testiamo queste nuove soluzioni, continueremo a supportare le funzionalità della piattaforma pubblicitaria esistente per almeno due anni e offriremo un ampio preavviso prima di eventuali modifiche future”, precisa Chavez.
Google sottolinea poi che Privacy Sandbox è un’iniziativa aperta e collaborativa che vede coinvolti esperti del web insieme ad aziende, associazioni di categoria, publisher e autorità di regolamentazione, con l’obiettivo di definire nuovi standard comuni per il web. Le proposte sono disponibili sul sito per sviluppatori Android, dove i developer potranno anche lasciare i loro commenti. Nel corso dell’anno verranno condivise le successive anteprime, compresa una versione beta prevista entro la fine del 2022.
“Questa iniziativa non potrebbe esistere senza il contributo dell’intero settore. Abbiamo già riscontrato l’interesse di molti partner per migliorare insieme la privacy pubblicitaria, e invitiamo le organizzazioni interessate a partecipare. Siamo inoltre impegnati in un dialogo costante con le autorità di regolamentazione”, chiosa Chavez. “Abbiamo reso pubblici i nostri impegni su Privacy Sandbox, tra cui la garanzia di non dare un trattamento preferenziale ai prodotti pubblicitari o ai siti di Google. Applicheremo questi principi anche su Android e continueremo a collaborare con le diverse Autorità per la concorrenza”.