OpenAI fa i primi passi avanti per andare incontro alle richieste del Garante Privacy dopo il blocco, in Italia primo caso al mondo, di ChatGpt, accusato di presentare criticità importanti in merito alla tutela dei dati personali degli utenti. Per dirimere la questione, o almeno porre le basi di una collaborazione, si è svolto infatti il primo incontro, in video conferenza, tra le due parti.
All’incontro, cui ha preso parte in apertura anche Sam Altman, ceo di OpenAI, erano presenti, oltre al Collegio del Garante (Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza), Che Chang, Deputy General Counsel della società statunitense, Anna Makanju, responsabile Public Policy e Ashley Pantuliano, Associate General Counsel.
Disponibilità a collaborare
OpenAI, pur ribadendo di essere convinta di rispettare le norme in tema di protezione dei dati personali, ha tuttavia confermato la volontà di collaborare con l’Autorità italiana con l’obiettivo di arrivare ad una positiva soluzione delle criticità rilevate dal Garante riguardo a ChatGPT. L’Autorità da parte sua ha sottolineato come non vi sia alcuna intenzione di porre un freno allo sviluppo dell’AI e dell’innovazione tecnologica ed ha ribadito l’importanza del rispetto delle norme poste a tutela dei dai personali dei cittadini italiani ed europei.
Impegno a rafforzare la trasparenza
OpenAI si è impegnata a rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli interessati, i meccanismi esistenti per l’esercizio dei diritti e le garanzie per i minori e ad inviare al Garante entro oggi un documento che indichi le misure che rispondano alle richieste dell’Autorità. Il Garante si riserva di valutare le misure proposte dalla società, anche riguardo al provvedimento adottato nei confronti di OpenAI.
Il caso tiene banco in Italia e nel mondo
Intanto si moltiplicano pareri e proposte sulla regolamentazione della piattaforma di Intelligenza artificiale. Ultima in ordine di tempo l’iniziativa lanciata in Regione Lombardia dal gruppo Pd che deposita una proposta di legge “provocatoria” sull’Intelligenza artificiale scritta proprio da ChatGpt.
Il tutto mentre vari Stati in tutto il mondo stanno studiando il “caso Italia” per valutare se e come seguire l’esempio del Garante privacy.