IL SUMMIT UE

Consiglio europeo: “Sbloccare valore dei dati garantendo privacy”

E si punta anche a promuovere l’adozione di strumenti digitali e ad aumentare il supporto a imprese e amministrazioni per rimanere all’avanguardia nei settori dell’intelligenza artificiale, dell’informatica quantistica, della microelettronica, del 6G, del web 4.0 e della cybersecurity

Pubblicato il 24 Mar 2023

italia, europa

Digitalizzazione, valore dei dati, privacy, sicurezza: sono alcune delle parole chiave del documento conclusivo del Consiglio Ue (SCARICA QUI IL TESTO COMPLETO), che, sulla base della comunicazione della Commissione Ue sulla competitività a lungo termine dell’Ue, si chiude proprio chiedendo di “avanzare” in alcuni settori, tra cui la digitalizzazione.

Nelle conclusioni finali del vertice, si chiede in particolare di “liberare il potenziale dei dati in Europa, garantendo al tempo stesso la privacy e la sicurezza e sfruttando soluzioni economiche in tempo reale“. Inoltre, si chiede di “promuovere l’adozione degli strumenti digitali in tutta l’economia e aumentare il sostegno alle imprese e alle amministrazioni dell’Ue affinché rimangano all’avanguardia nell’intelligenza artificiale, nell’informatica quantistica, nella microelettronica, nel 6G, nel web 4.0 e nella cibersicurezza”.

Impegno a 360 gradi per garantire la competitività dell’Ue

Nel dettaglio, nel capitolo dedicato a “Mercato unico, competitività e produttività a lungo termine”, il documento fa presente che “di fronte a sfide sempre più complesse (cambiamenti climatici, situazione geopolitica, prezzi dell’energia, ripetuti shock della catena di approvvigionamento, tendenze demografiche, carenza di manodopera, divario nella crescita e nell’innovazione), l’Unione europea sta costruendo un’economia solida e a prova di futuro che garantisca una prosperità a lungo termine”. In questo scenario, l’Unione europea “garantirà la propria competitività rafforzando la propria resilienza e produttività, agevolando i finanziamenti, puntando su un’energia a prezzi accessibili, riducendo le proprie dipendenze strategiche, investendo nelle competenze del futuro e rendendo la propria base economica, industriale e tecnologica adatta alla transizione verde e digitale, senza lasciare indietro nessuno”.

Importanza del mercato unico per la transizione digital & green

Il Consiglio afferma inoltre che “un mercato unico ben funzionante rimane fondamentale per il successo della transizione verde e digitale, per la nostra crescita futura e per la coesione economica, sociale e territoriale”. Chiede quindi un’azione ambiziosa per completare il mercato unico, in particolare per il digitale e i servizi, e affrontare le vulnerabilità messe in luce dalle recenti crisi, assicurando condizioni di parità sia a livello interno che globale. “Particolare attenzione – afferma – dovrebbe essere rivolta alle pmi”.

Le leve chiave per il futuro

Con questi obiettivi, il Consiglio europeo invita a proseguire i lavori in alcuni settori chiave.

Contesto normativo

Obiettivo è “semplificare il contesto normativo generale e ridurre l’onere amministrativo – si legge -, anche accelerando le procedure di autorizzazione, effettuando controlli di competitività per le nuove proposte legislative e aumentando considerevolmente l’adozione di soluzioni digitali (come l’eID e i dati leggibili a macchina e standardizzati). I requisiti di rendicontazione, in particolare per quanto riguarda la legislazione verde, digitale ed economica dell’Ue, dovrebbero essere razionalizzati; applicare efficacemente le norme del mercato unico per garantire la convergenza normativa in tutti i settori, compresi i servizi; – intensificare gli sforzi a livello nazionale e dell’UE per ridurre gli ostacoli alle attività transfrontaliere e portare avanti i lavori sull’accesso ai farmaci in tutti gli Stati membri, rafforzando nel contempo gli incentivi agli investimenti nell’innovazione”.

Investimenti

Il Consiglio chiede di “approfondire l’Unione dei mercati dei capitali, eliminare gli ostacoli che ancora si frappongono ai finanziamenti transfrontalieri, facilitare l’accesso al capitale privato e mobilitarlo per gli investimenti, in particolare per le pmi”. Ricordando l’intenzione della Commissione di proporre un Fondo europeo per la sovranità prima dell’estate 2023 per sostenere gli investimenti nei settori strategici, il Consiglio chiede di “rafforzare gli ecosistemi chiave per garantire catene di approvvigionamento sicure, stabili e sostenibili per le transizioni gemelle, e migliorare la connettività all’interno del mercato unico per tutti gli Stati membri, anche sviluppando e migliorando le infrastrutture e le interconnessioni per i trasporti e l’energia, comprese le reti”.

Ricerca e innovazione

Obiettivi sono:  incentivare l’innovazione, concentrandosi sui settori ad alto potenziale di crescita; aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo per raggiungere l’obiettivo di spesa pubblica e privata del 3% del Pil; facilitare l’immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, anche attraverso l’uso di sandbox regolamentari.

Digitalizzazione

Il Consiglio chiede di “sbloccare il valore dei dati in Europa, garantendo al contempo la privacy e la sicurezza, e sfruttare le soluzioni dell’economia in tempo reale; promuovere l’adozione di strumenti digitali in tutta l’economia e aumentare il sostegno alle imprese e alle amministrazioni dell’Unione europea per rimanere all’avanguardia nei settori dell’intelligenza artificiale, dell’informatica quantistica, della microelettronica, del 6G, del web 4.0 e della sicurezza informatica“.

Competenze

La raccomandazione riguarda lo sviluppo diffuso delle competenze, da abbinare a posti di lavoro attraenti e di qualità, aumentando la partecipazione delle donne e dei giovani e promuovendo l’istruzione e la formazione professionale per affrontare le sfide della carenza di manodopera e della trasformazione dei posti di lavoro, anche nel contesto delle sfide demografiche.

Circolarità

Il Consiglio chiede di promuovere la transizione verso un’economia più circolare per migliorare la sostenibilità, abbassare i costi dei fattori produttivi per l’industria dell’Ue e ridurre la dipendenza dalle materie prime, anche cogliendo le opportunità offerte dalla bioeconomia.

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