Il Garante europeo della protezione dei dati (Gepd) ha pubblicato oggi una relazione sulle nuove procedure di trattamento e sugli strumenti informatici introdotti da istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Unione (European Union Institutions, Eui) per garantire la continuità operativa durante la pandemia di Covid-19 e la conformità di tali attività con il Regolamento (Ue) 2018/1725.
Una sfida di lunga durata
La relazione si basa su un’indagine precedente e comprende tre parti: nuove operazioni di trattamento attuate dalle Eui; strumenti informatici implementati o migliorati dalle istituzioni per abilitare il telelavoro; nuove operazioni di trattamento poste in essere e preposte a compiti relativi alla salute pubblica.
L’evoluzione dinamica della pandemia implica che le Eui debbano adattare continuamente i propri processi. Il rapporto mira a sostenerli in quella che sembra essere una sfida di lunga durata, che probabilmente continuerà ad avere un impatto anche dopo la fine della pandemia.
I risultati dell’indagine alimenteranno l’aggiornamento delle linee guida del Gepd esistenti o contribuiranno allo sviluppo di nuove linee guida, a seconda dell’evoluzione della pandemia e delle nuove pratiche che continueranno una volta terminata. I risultati dell’indagine informeranno anche l’esecuzione da parte del Gepd degli audit e delle indagini ai sensi dell’articolo 58 del regolamento (Ue) 2018/1725.
Wiewiórowski: “Riesaminare le procedure in base alle raccomandazioni della relazione”
“Le istituzioni europee hanno compiuto sforzi sostanziali per garantire che le nuove operazioni di trattamento introdotte in risposta alla pandemia di Covid-19 fossero conformi al regolamento in tempi molto brevi”, ha commentato Wojciech Wiewiórowski, Garante europeo della Protezione dei dati. “La presente relazione consente al Gepd di fornire ulteriori orientamenti alle Eui per quanto riguarda gli aspetti della protezione dei dati che meritano un’attenzione più approfondita. Invito le Eui a riesaminare le loro operazioni di trattamento esistenti messe in atto durante la pandemia, tenendo presenti le raccomandazioni della relazione. Le conclusioni della relazione hanno anche rilevanza dato che l’eredità di lunga data di Covid-19 potrebbe avere un impatto sulle operazioni delle Eui riguardanti, per esempio esempio, il telelavoro e le pratiche di reclutamento a distanza”.