L'INTERVISTA

Fusione Agcom-Privacy, Rapari: “Serve un’unità trasversale, una task force ipercompetente”

Il presidente di Assintel non ritiene l’accorpamento lo “strumento” più idoneo per creare efficacia ed efficienza. E sull’Authority unica del digitale: “Necessario un owner politico”

Pubblicato il 30 Gen 2019

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Agcom e Garante Privacy hanno strutture e obiettivi profondamente diversi, una fusione rischierebbe di tradursi in un appesantimento delle stesse strutture, non creando efficacia ed efficienza né razionalizzazione dei costi”. Giorgio Rapari, presidente di Assintel, “boccia” la proposta di fusione avanzata dal commissario Agcom Antonio Nicita per dare vita ad un’Authority unica per il digitale. “Il risultato a cui si punta è decisamente condivisibile, ma non crediamo che lo strumento più adatto per raggiungerlo sia la fusione”.

Rapari, quale dovrebbe essere dunque lo strumento?

Per avvicinare il mondo delle Tlc al Garante per la Protezione dei dati personali non è necessario fondere le due strutture. Sarebbe invece molto interessante, e rappresenterebbe una reale razionalizzazione, creare una “unità speciale trasversale Agcom/Garante” scegliendo all’interno delle due strutture le figure e le competenze già esistenti più idonee a far parte di questa nuova task force.

Quali i pro?

La condivisione delle informazioni permetterebbe così alle due strutture di intervenire più rapidamente e più efficacemente nel rilevare mancati adempimenti. Inoltre potrebbero ideare e condividere nuove modalità coordinate per disincentivare a monte il prodursi del mancato adempimento.

Quindi non concorda con la creazione di un’Authority “alta” sul digitale? Un punto di riferimento nazionale in cui far convergere le questioni chiave?

È decisamente arrivato il momento di creare un’Authority “alta” sul digitale che abbia la visione e il coordinamento di tutti i vari pezzi del puzzle. È tra l’altro quanto abbiamo scritto recentemente nel nostro Position Paper: è assolutamente necessario un owner politico dei processi strategici legati all’innovazione digitale – ad esempio un ministro ad hoc, un Vicepresidente del Consiglio – che si relazioni con un tavolo istituzionale di tutti i ministri e un tavolo permanente multi-stakeholder (Regioni, Enti locali, Authority, Associazioni). A questo livello politico deve affiancarsi un secondo livello di coordinamento, che potrebbe spettare ad Agid, e un terzo livello realizzativo molto più articolato.

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