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Garante privacy, proroga di 60 giorni

Il consiglio dei ministri approva il decreto legge per assicurare la continuità delle funzioni del collegio che resterà in carica per l’ordinaria amministrazione. Il voto del Parlamento dopo la pausa estiva

Pubblicato il 07 Ago 2019

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Le partite per il rinnovo dell’Agcom e del garante per la Privacy sono ormai rimandate a settembre: se per l’authority per la protezione dei dati personali a confermarlo c’è il decreto legge approvato questa mattina dal Consiglio dei ministri, che proroga il collegio e dà al Parlamento ulteriori 60 giorni di tempo per decidere sui futuri membri, su Agcom non c’è invece chiarezza su quali saranno gli sviluppi della vicenda.

“Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali – si legge nella nota di Palazzo Chigi – Il testo prevede che il Presidente e i componenti del Collegio, eletti dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati il 6 giugno 2012, continuino a esercitare le proprie funzioni, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti, fino all’insediamento del nuovo Collegio e comunque per non oltre ulteriori sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto”, conclude la nota.

Dopo una prima votazione poi rimandata, che era inizialmente prevista per il 26 giugno, Camera e Senato non hanno più affrontato la questione del Garante Privacy, che arriverà quindi probabilmente all’esame dei due rami del Parlamento dopo la pausa estiva insieme a quella dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom), andata in scadenza il 26 luglio.

Si tratta di una partita particolarmente delicata per gli equilibri interni al Governo, con i 5Stelle che punterebbero alla presidenza del Garante Privacy mentre la Lega a quella dell’Agcom, e non è ancora chiaro quale sarà il peso che verrà riconosciuto alle opposizioni.

Per il rinnovo del Garante Privacy la procedura prevede la selezione dei 4 membri attraverso esame dei curricula (il Presidente viene poi votato dai 4 membri eletti, due alla Camera e due al Senato) mentre perl’Agcom nonostante non ci siano obblighi in tal senso l’opzione sarebbe stata comunque possibile. Ma il presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati non hanno deciso di “esercitarla” nonostante i precedenti in tal senso: Gianfranco Fini e Laura Boldrini al tempo del precedente rinnovo di Agcom nel 2012 e poi nel 2013 con la nomina di Antonio Nicita dopo le dimissioni di Maurizio Dècina decisero di procedere attraverso l’esame delle candidature. La decisione di lasciare dunque totale carta bianca alla politica è apparsa a molti “inopportuna” anche tenendo conto che la procedura via curriculum è stata utilizzata – e si è trattato di una prima – per il recente rinnovo del presidente dell’Antitrust.

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