“Il Legislatore europeo è sceso in campo per dotare gli Stati membri di un abile clipeo ma questa occasione non pare esser stata opportunamente sfruttata a livello nazionale”. È al Regolamento sulla Privacy e all’occasione “mancata” per l’Italia che fa riferimento il Commissario Agcom Antonio Martusciello il quale dal palco della tavola rotonda sul nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati, organizzata a Roma presso la sala del Complesso di Vicolo Valdina alla Camera dei Deputati, ha lanciato l’allarme sulle “marce indietro” italiane che hanno caratterizzato l’ultimo mese e mezzo e che hanno accompagnato lo Schema di decreto recante l’adeguamento al Gdpr.
“Dalla paventata incostituzionalità dovuta all’eccesso di delega (sventata poi in extremis, attraverso la riesumazione del Codice Privacy) al limite di accesso, prima fissato a 14 e poi riportato a 16 anni, per i minori nell’ambito dell’offerta dei servizi della società dell’informazione fino alla depenalizzazione delle violazioni dei dati personali, poi ripristinate, addirittura con l’inserimento di fattispecie ulteriori”, elenca il Commissario dell’Authority per le Comunicazioni.
“Senza considerare poi – aggiunge – il ritardo con cui tale manovra è stata pensata”. Il Commissario ha rilevato come “questa circostanza rischi di accentuare le fratture con altri Stati europei più solerti, come Austria e Germania, che hanno già adempiuto. E se è vero che “In Europa non ci sono solo modelli positivi”, ha puntualizzato Martusciello riferendosi in particolare il caso francese, “ciò non può giustificare l’apatia nazionale”. Per concludere cittadini e aziende si troveranno di fronte a un “mare magnum normativo” non facile da gestire.
“Sebbene il Regolamento, in quanto atto direttamente applicabile, entrerà in vigore automaticamente il prossimo 25 maggio cittadini e aziende si trovano in serie difficoltà. Accanto al Regolamento, al decreto di adeguamento e al rispolverato Codice Privacy, si affiancano i provvedimenti del Garante e le autorizzazioni – oggetto di successivo riesame- e ancora i codici deontologici vigenti. Uno scenario in cui gli operatori saranno chiamati a un’opera incessante di verifica delle fonti”.