“Serve una Gdpr planetaria che permetta di considerare la privacy come un diritto umano”. Intervenendo a Davos, in Svizzera, il numero uno di Microsoft Satja Nadella riprende l’intervento pubblicato alcuni giorni fa sulla stampa internazionale in un editoriale del Ceo di Apple Tim Cook, e rilancia allargando i confini all’intelligenza.
In un momento in cui il comportamento delle aziende hi-tech viene messo sotto la lente d’ingrandimento, il Ceo di Microsoft che ha cambiato i destini dell’azienda spostando il focus dai sistemi operativi e applicativi per la produttività al cloud e servizi afferma: benvenuta una regolamentazione che chiarisse in modo non equivoco il ruolo delle aziende rispetto alle informazioni personali nell’era dei dati digitali.
Anche Nadella, come Cook, non perde occasione per sottolineare l’importanza e il tempismo della Gdpr, la regolamentazione europea per il trattamento dei dati personali e la loro protezione, entrata in vigore a metà dello scorso anno. “Il mio punto di vista – ha detto Nadella – è che si tratta di un ottimo punto di partenza verso l’idea di considerare la privacy un diritto umano. Spero che negli Stati Uniti venga approvato presto qualcosa del genere e che tutto il mondo converga verso questo standard comune”.
Secondo Nadella la posizione di default di tutte le aziende e i governi deve essere che le persone sono i possessori dei propri dati. La privacy è un’area molto controversa per quanto riguarda le aziende hi-tech ma non è ovviamente la sola. Nadella ha affrontato anche il tema del riconoscimento facciale automatico, che sta creando ancora più clamore e trambusto nella pubblica opinione di molti paesi di tutto il mondo.
“Il riconoscimento facciale – ha detto Nadella – è un pezzo di tecnologia che diventerà sempre più disponibile in modo facile ed economico, e diventerà una tecnologia prevalente. Posso citare almeno dieci esempi concreti di utilizzo del riconoscimento facciale che sono non solo virtuosi ma anche importanti e che possono migliorare la vita delle persone. E possono citarne altri dieci che invece causano dei problemi”.
Tra questi Microsoft individua sul suo sito alcune applicazioni positive: dalla polizia di Nuova Delhi che tramite il riconoscimento facciale è riuscita a rintracciare tremila bambini dispersi in quattro giorni, agli storici che negli Stati Uniti riescono a identificare e dare un nome a centinaia di soldati morti nella Guerra civile che compaiono nelle prime fotografie scattate in maniera sistematica attorno al 1860. Inoltre, alcuni ricercatori – cita Microsoft – sono riusciti ad addestrare sistemi di riconoscimento facciale basati su machine learning per diagnosticare alcune rare malattie genetiche nelle popolazioni africane, asiatiche e dell’America latina.
Il lato oscuro del riconoscimento facciale però comprende forme di invasione della privacy, ma anche pregiudizi nel modo con il quale i sistemi effettuano il riconoscimento, deformando ad esempio il giudizio su persone di colore, donne o minoranze etniche. Per questo motivo Microsoft, ha detto Nadella, cerca di costruire un insieme di principi per un uso etico delle AI. Ma la autoregolamentazione, sostiene Nadella, non basta.
“In un libero mercato – ha detto Nadella – non c’è discriminazione naturale tra un uso giusto e uno sbagliato. Per questo per noio è la benvenuta qualsiasi regolamentazione che aiuti i mercati a non puntare solo verso il basso, elevandone gli standard”.