L'ALLARME

Outsourcing, l’allarme call center: “Obbligo capestro, rischio maxi-multe”

Assocontact e Assocall chiedono una proroga per i nuovi adempimenti per delocalizzare in Paesi extra-Ue: “Modulistica non ancora disponibile, impossibile rispettare i tempi”

Pubblicato il 27 Feb 2017

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Scoppia la polemica sui nuovi obblighi per i call center. Entro il 2 marzo, come previsto dalla legge di Stabilità, le aziende che decidono di delocalizzare saranno obbligate a darne comunicazione al ministro dello Sviluppo economico, all’ispettorato Nazionale del Lavoro, al Garante privacy nonché ad iscriversi al Registro degli operatori di Comunicazione (Roc) presso l’Agcom, almeno trenta giorni prima del trasferimento.

Ma le associazioni che raccolgono le società di call center outbound chiedono una proroga. Secondo Assocontact, “a pochi giorni dalla scadenza di legge non sono chiare tutte le informazioni e le modulistiche necessarie per l’invio delle comunicazioni previste, né tantomeno sono stati chiariti alcuni elementi interpretativi inerenti l’eventuale applicabilità di tali adempimenti da parte di aziende estere (Ue ed extra Ue) e le modalità di loro effettuazione”. Bisogna poi – a detta di Assocontact – tener presente che in caso di violazione le penali sarebbero piuttosto significative. La legge di bilancio prevede infatti che, nel caso di mancata o tardiva trasmissione di tali comunicazioni rispetto alla scadenza attualmente stabilita del 2 marzo, scatterebbe una sanzione pecuniaria di 150mila euro per ogni singola comunicazione omessa o tardiva.

“Con una nota che abbiamo inviato al ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Agcom e Garante privacy, chiediamo una proroga di tali obblighi, necessaria per garantire a tutte le imprese di adempiere correttamente alle disposizioni di legge”, annuncia Paolo Sarzana, presidente Assocontact.

Anche Assocall chiede la proroga. E lo fa con una lettera inviata al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato: anche l’associazione, aderente a Confcommercio, rileva come ad oggi non sia stata ancora predisposta la modulistica e la piattaforma web che consenta l’invio della comunicazione previsto dalla norma.

“A fronte della scadenza sempre più imminente, il ministero non ha predisposto una modalità per l’invio della documentazione. È evidente che questo stia determinando confusione e soprattutto potrebbe causare il mancato rispetto dei termini previsti – spiega Leonardo Papagni – Per questo abbiamo chiesto una proroga al Governo. Considerando che la norma prevede, in caso di inosservanza delle sanzioni, pene devastanti per la maggior parte dei call center, le aziende non possono rischiare di subire multe pesantissime per responsabilità non proprie”.

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