LA DECISIONE

Privacy e Agcom, vertici prorogati al 31 marzo

Il provvedimento è contenuto nell’articolo 2 del decreto milleproroghe che andrà domani in Consiglio dei ministri

Pubblicato il 19 Dic 2019

milleproroghe

Il termini per il rinnovo dei vertici di Agcom, Garante Privacy e Anac slittano al 31 marzo 2020: fino a quella data saranno prorogati gli attuali componenti. A ufficializzarlo è l’articolo 2 del decreto milleproroghe che sarà discusso domani in Consiglio dei ministri (nella foto). Il testo prevede inoltre che in caso di vacanza dell’incarico del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) “l’esercizio di tutte le funzioni previste dalla legge è attribuito al componente del Consiglio con maggiore anzianità nell’ufficio o, in mancanza, al componente più anziano d’età”. Saltata la votazione inizialmente calendarizzata per oggi sul rinnovo delle due Autorità già oggetto di due proroghe dalla fine del loro mandato, si è così scelto di prorogare tutto di ulteriori tre mesi.

La bocciatura dell’emendamento presentato dai 5Stelle nell’ambito della Manovra – per portare a 5 i membri del Garante Privacy e quindi consentire al Parlamento di eleggere il Presidente (attualmente viene eletto in automatico sulla base dell’anzianità dei 4 componenti eletti da Camera e Senato) – ha così portato il governo a optare per un’ulteriore proroga in modo da prendere tempo per avviare la riforma dell’Autorità. L’emendamento è saltato per motivi “economici”: la nomina di un quinto membro e quindi del Presidente avrebbe comportato risorse aggiuntive per l’emolumento del numero uno del Garante. Di qui la decisione della Commissione Bilancio di rigettare il provvedimento.

Il governo, nonostante il mancato accordo fra Pd e 5Stelle sui candidati, non molla la presa: la proroga servirebbe a ottenere tempo aggiuntivo per mettere a punto la riforma ed evitare la nomina a presidente del Garante del candidato “forte” di centrodestra Ignazio La Russa. Su Raffaele Squitieri, il candidato del centrosinistra sul quale si erano accesi i riflettori negli ultimi giorni non si sarebbe dunque chiuso il cerchio. Nonostante per Agcom non ci siano criticità, di fatto le due partite sono strettamente connesse visto che servirà un accordo fra governo e opposizione sulla nomina dei candidati per “spartirsi” le quote.

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