PRIVACY

Facebook, 100 sviluppatori hanno violato la policy sui dati

Scovate una serie di app in grado di accedere a informazioni precluse dai nuovi termini del servizio adottati dopo lo scandalo Cambridge Analytica

Pubblicato il 06 Nov 2019

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Facebook scivola ancora sulla privacy: l’azienda ha reso noto che 100 sviluppatori di app che girano sulla sua piattaforma potrebbero aver avuto accesso non autorizzato ad alcuni dati degli utenti, quelli che riguardano i partecipanti a specifici gruppi.

Nell’aprile del 2018 (dopo lo scandalo Cambridge Analytica) Facebook ha modificato i termini del suo servizio proprio nel tentativo di evitare abusi sui dati personali, ha spiegato il social media. Ma di recente l’azienda guidata da Mark Zuckerberg ha scoperto che alcuni sviluppatori terzi potrebbero aver conservato accesso ai dati dei gruppi in cui, in teoria, non dovevano più entrare, come nome del gruppo, numero degli utenti, contenuto dei post e foto di persone che ne fanno parte.

Nel mirino le app per i gruppi

Le app che hanno preservato l’accesso a dati ora preclusi dai nuovi termini del servizio sono principalmente applicazioni di social media management e video streaming progettate per rendere più semplice per gli amministratori gestire i gruppi e permettere di condividere i video all’interno del gruppo, ha spiegato Facebook in un post sul suo blog ufficiale. L‘azienda ha assicurato di aver rimosso l’accesso non autorizzato e contattato i 100 sviluppatori suoi partner che potrebbero aver avuto accesso inappropriato ai dati degli utenti. La società di Menlo Park ha specificato che almeno 11 di questi sviluppatori hanno acceduto a questo tipo di dati negli ultimi 60 giorni.

“Anche se non abbiano alcuna prova di abusi, chiederemo a questi partner di cancellare qualunque dato sui nostri utenti che potrebbero aver conservato e condurremo delle verifiche per averne conferma”, ha detto Facebook.

Centinaia di sviluppatori “non compliant”

La scoperta delle app per i gruppi non in linea con la politica interna sui dati scaturisce dall’indagine avviata da Facebook dopo lo scandalo Cambridge Analytica e ancora in corso per rilevare eventuali violazione della privacy degli utenti. A settembre Facebook ha annunciato il primo risultato di un anno e mezzo di indagini: il social media ha individuato 400 sviluppatori che non rispettavano le linee guida e ha provveduto a bloccare decine di migliaia di app.

Per le violazioni sui dati personali dei cittadini americani l‘azienda di Zuckerberg è stata multata dalla Federal trade commission per 5 miliardi di dollari. L’ente federale ha anche imposto un più stretto controllo governativo sull’attività di Facebook e audit periodiche per vigilare sul rispetto della privacy.

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