LA SANZIONE

Privacy, il garante irlandese multa Meta per 251 milioni



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A motivare la decisione il fatto che Facebook non avrebbe rispettato le prescrizioni del Gdpr in occasione di una violazione di sicurezza che nel corso degli anni avrebbe coinvolto oltre tre milioni di utenti

Pubblicato il 18 dic 2024



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La Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) ha emesso una sanzione di 251 milioni di euro nei confronti di Meta, la società madre di Facebook, per aver trasgredito le normative europee sulla privacy dei dati (Gdpr). La multa, annunciata martedì 17 dicembre, è il risultato di un’indagine su una violazione di sicurezza risalente a luglio 2017, che ha compromesso oltre tre milioni di account nel territorio dell’Unione Europea.

“Gli individui sono stati esposti a rischi significativi per i loro diritti fondamentali a causa della mancata integrazione dei requisiti di protezione dei dati”, ha affermato Graham Doyle, vice commissario del Dpc irlandese. La falla è stata causata da un errore di progettazione nella piattaforma Facebook, che ha consentito a soggetti non autorizzati di accedere a profili utente non altrimenti visibili.

Meta pronta a impugnare la decisione

Si ritiene probabile che Meta presenterà un ricorso contro la decisione presa dal Dpc irlandese. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato via e-mail: “Abbiamo adottato misure immediate per risolvere il problema”. La vulnerabilità è stata rilevata e risolta da Meta nel settembre 2018, con conseguente notifica alle autorità competenti. Tuttavia, il Dpc sostiene che la documentazione e la notifica della violazione siano state inadeguate, risultando in una penalità di 11 milioni di euro.

La parte più consistente della multa, pari a 240 milioni di euro, riguarda la violazione della progettazione dei sistemi di gestione dei dati, ritenuta non conforme agli standard di protezione previsti.

Giro di vite del Dpc sul Gdpr

Il Dpc, criticato in passato per l’applicazione poco rigorosa del Gdpr, ha mostrato un approccio più fermo sotto la guida del commissario Des Hogan, in carica da febbraio 2024. Questa sanzione rappresenta una delle tre principali emesse di recente, segnando un cambiamento di rotta nelle politiche del garante irlandese.

La decisione finale del Dpc non ha incontrato resistenze dalle altre autorità di protezione dei dati europee, riflettendo una cooperazione consolidata nel rispetto degli obblighi del Gdpr.

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