Stop alle caselle “pre-spuntate” per il consenso ai cookie di profilazione. Lo stabilisce la Corte europea di Giustizia secondo cui per l’installazione dei micro-file di testo serve il “consenso attivo” degli utenti di Internet: la casella dovranno spuntarla loro. Un verdetto che potrebbe dare un ulteriore giro di vite alle norme di regolamentazione dell’e-privacy.
Il giudizio arriva a conclusione di un caso portato davanti ai giudici in Germania dalle associazioni di consumatori: la società Planet49 aveva predisposto una casella di spunta già selezionata per la partecipazione al gioco. Ma in questo modo otteneva anche il consenso all’installazione di cookie di profilazione collegati ai prodotti dei partner dell’azienda. Per rifiutare il consenso gli utenti avrebbero dovuto deselezionare la casella, e quindi non partecipare al gioco.
Ma “una casella di spunta preselezionata è insufficiente”, dice la Corte Ue. Con la sentenza odierna si stabilisce che il consenso deve essere “attivo”. Al di là del fatto che, precisa la Corte, “i dati archiviati costituiscano o meno dati personali“. Il diritto dell’Unione punta infatti “a tutelare l’utente da qualsiasi ingerenza nella ita privata, in particolare dal rischio che identificatori occulti o altri dispositivi analoghi si introducano nell’apparecchiatura terminale dell’utente a sua insaputa”. Il consenso deve essere specifico: non basta che l’utente attivi il pulsante di partecipazione ad un gioco a premi per far scattare l’installazione di cookie.