L'INTERVENTO

Sundar Pichai: “La privacy non può essere un lusso per pochi”

Sulle colonne del NYTimes il numero uno di Google spiega la sua vision e soprattutto lancia l’appello affinché anche negli Usa si trovi una linea comune alla stregua del Gdpr europeo. “La privacy sia equamente disponibile per chiunque a livello mondiale. No a corsie preferenziali sui servizi premium”

Pubblicato il 08 Mag 2019

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La privacy non può essere un lusso solo per coloro che possono permettersi di acquistare prodotti e servizi premium. La privacy deve essere equamente disponibile per chiunque a livello mondiale”. In un lungo articolo sul NYTimes, il numero uno di Google, Sundar Pichai ha acceso i riflettori sulle questioni più importanti in tema di privacy anche tenendo conto delle novità di prodotto e servizio protagoniste alla maxi-conferenza degli sviluppatori “I/O” di Montain View.

“Molte è stato scritto sulla privacy nell’ultimo anno. Credo che sia uno degli argomenti più importanti del nostro tempo. Le persone oggi sono giustamente preoccupate di come le loro informazioni vengono utilizzate e condivise, ma ciascuno definisce la privacy a modo suo. Per le famiglie che utilizzano Internet tramite un dispositivo condiviso, la privacy potrebbe significare la privacy l’uno dall’altro. Per il proprietario di una piccola azienda che vuole iniziare ad accettare pagamenti con carta di credito, la privacy significa proteggere i dati dei clienti. Per l’adolescente che condivide i selfie, la privacy potrebbe significare la possibilità di eliminare tali dati in futuro”, si legge nell’articolo. Ma secondo il ceo di Google al di là delle singole considerazioni e pareri la chiave sta nell’offrire a tutti eguali strumenti ed eguale tutela. No dunque a corsie preferenziali per gli abbonati ai servizi premium.

“La versione standard di YouTube include numerosi controlli della privacy integrati, anche se YouTube Premium consente un’esperienza senza pubblicità. Ad esempio, abbiamo recentemente introdotto la modalità di navigazione in incognito, la famosa funzionalità di Chrome che consente di navigare su YouTube anche in anonimato. Puoi visualizzare YouTube come utente che ha effettuato l’accesso o in modalità di navigazione in incognito”. Pichai ci tiene inoltre a evidenziare due “criteri inequivocabili”: “Google non venderà mai alcuna informazione personale a terzi e ciascun utente può liberamente decidere come utilizzare le proprie informazioni. Il manager ha inoltre ricordato le nuove funzionalità per la privacy annunciate da Google nei giorni scorsi, incluso l’accesso con un clic alle impostazioni sulla privacy dei principali prodotti e controlli di eliminazione automatica che consentono di scegliere per quanto tempo si desidera che i dati vengano salvati. Ed è stata introdotta anche una chiave di sicurezza integrata nei telefoni Android per l’autenticazione a due fattori.

La questione privacy però più che tecnologica è politica: “L’Europa ha alzato l’asticella in tema di regolamentazione sulla privacy in tutto il mondo con l’emanazione il Regolamento generale sulla protezione dei dati, il Gdpr. Riteniamo che gli Stati Uniti trarrebbero vantaggio dall’adottare una propria legislazione sulla privacy e per questo è stato esortato il Congresso a varare una legge federale. Idealmente, la legislazione sulla privacy richiederebbe a tutte le imprese di assumersi la responsabilità dell’impatto del loro trattamento dei dati in modo che crei protezioni coerenti e universali per gli individui e la società nel suo complesso. La legislazione ci aiuterà a lavorare per garantire che la protezione dei dati personali sia per un numero crescente di persone in tutto il mondo. Ma abbiamo la responsabilità di guidare la trasformazione. E lo faremo con lo stesso spirito di sempre, offrendo prodotti che rendono la privacy una realtà per tutti”.

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