Nuove norme sulla privacy per gli Stati Uniti. Il Department of Commerce’s National Telecommunications and Information Administration ha aperto una consultazione pubblica su un nuovo approccio al tema. Una proposta – dice l’agenzia – “progettata per fornire elevati livelli di protezione per le persone, fornendo al contempo chiarezza giuridica alle organizzazioni e flessibilità per innovare”. Il focus, viene chiarito, è sul raggiungimento dei risultati più che sull’elaborazione di regole. Si punta a far sì che gli utenti delle piattaforme online “siano in grado di accedere e correggere i dati personali forniti“.
Molteplici i temi sollevati. Tra gli altri, se le organizzazioni debbano essere trasparenti su raccolta, utilizzo, condivisione e memorizzazione delle informazioni personali degli utenti; se gli utenti dovrebbero essere in grado di esercitare il controllo sulle informazioni personali fornite alle aziende; se la raccolta, l’uso, la conservazione e la condivisione di dati debbano essere ridotti al minimo; se le aziende debbano impiegare misure di sicurezza per proteggere i dati raccolti; se gli utenti debbano essere in grado di accedere e correggere i dati personali forniti; se le imprese debbano adottare misure per gestire il rischio di divulgazione o usi dannosi dei dati personali e infine se le aziende debbano essere considerate responsabili per l’uso dei dati personali raccolti.
In parallelo, l’Istituto nazionale degli standard e della tecnologia del Dipartimento del Commercio sta sviluppando un framework sulla privacy per aiutare le organizzazioni a gestire i rischi, mentre l’International Trade Administration sta lavorando per aumentare l’armonizzazione delle norme.
La mossa della Ntia fa seguito al fatto che la California è il primo stato a approvare un significativo regolamento sulla protezione dei dati, facendo eco al regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE entrato in vigore a maggio. Da allora diversi gruppi imprenditoriali e industriali hanno chiesto agli Stati Uniti di agire, al fine di evitare che gli stati approvassero legislazioni diverse e uno scontro con le norme dell’UE.