L'APPELLO

Telemarketing, il Cnu contro le novità del Ddl concorrenza

Il Consiglio nazionale degli utenti chiede l’eliminazione della nuova norma che autorizza operatori e soggetti terzi a stabilire contatti non sollecitati con i clienti: “E’ necessario invece rafforzare le tutele attualmente previste”

Pubblicato il 10 Mag 2017

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“Nel condividere in pieno l’allarme lanciato dal Garante Privacy, auspichiamo non solo la cancellazione della disposizione, ma anche un deciso rafforzamento delle tutele attualmente previste per gli utenti, presenti o meno negli elenchi telefonici, che non desiderano ricevere chiamate a scopi commerciali”. È questo l’invito rivolto dal Consiglio nazionale degli utenti alla politica in materia di telemarketing.

L’organo, composto da esperti designati dalle associazioni rappresentative delle varie categorie degli utenti dei servizi di telecomunicazioni e radiotelevisivi, esprime in una nota “profonda preoccupazione per la disposizione contenuta nel Ddl concorrenza che autorizza operatori e soggetti terzi a stabilire contatti non sollecitati con gli utenti, anche a fini di vendita diretta”. Il Cnu ricorda i “casi di addetti di call center che, dopo aver frettolosamente letto alcune brevi note informative, carpiscono letteralmente il consenso del rispondente, anche se non titolare dell’utenza, per attivazioni non richieste o cambi operatore, arrecando notevoli danni, oltre all’intrinseco disturbo”.

L’aupiscio del Consiglio nazionale degli utenti segue il giudizio preoccupato espresso pochi giorni fa dal Garante per la privacy: “La norma elimina il requisito del consenso preventivo per le chiamate promozionali, “liberalizzando” il fenomeno del telemarketing selvaggio e prevedendo come unica forma di tutela dell’utente la possibilità di rifiutare le sole chiamate successive alla prima – ha spiegato il presidente dell’authority Antonello Soro – Si tratta di una soluzione diametralmente opposta a quella fondata sul previo consenso. Prendo atto del fatto che ancora una volta il legislatore intervenga sul Codice della privacy nel segno dell’estemporaneità”.

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