Nonostante le misure proposte a giugno nel Decreto-Legge e nel Disegno di Legge sulle liste d’attesa implichino l’utilizzo di strumenti e abilitatori digitali, il potenziale delle nuove tecnologie in Sanità non è ancora stato pienamente valorizzato per raggiungere lo scopo prefissato.
Lo sostiene Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che rappresenta le principali aziende ICT operanti in Italia, che ha presentato un policy paper, intitolato “Il ruolo del digitale nella gestione delle liste d’attesa“, dove si analizzano le criticità dello scenario e si propongono nuove soluzioni – con use case dettagliati – per rendere più efficace lo snellimento delle code.
La dinamica degli investimenti, d’altra parte, conferma come il digitale sia una componente sempre più importante della filiera della salute. Secondo il Rapporto “Il Digitale in Italia 2024”, stilato sempre da Anitec-Assinform e presentato lo scorso 1° luglio, il valore del mercato digitale in Sanità si è attestato a 2.233,4 miliardi di euro nel 2023. In prospettiva il mercato si stima raggiungerà 3.220 miliardi nel 2027, con un tasso di crescita medio annuo 2023/2027 del 9,6%. Le tecnologie digitali offrono opportunità significative per agire sia sul fronte della domanda che dell’offerta di servizi sanitari. Sul fronte della domanda, in particolare, possono contribuire a valutare l’appropriatezza degli accessi e supportare i medici di base nella gestione dei pazienti. Rispetto all’offerta, invece, il digitale può aumentare la produttività e l’efficienza del sistema sanitario attraverso telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio.
“In un contesto dove la sanità è sempre più digitale e interconnessa, le tecnologie innovative offerte dall’industria ICT rappresentano uno strumento potente per affrontare il problema delle liste d’attesa, offrendo soluzioni innovative sia per il governo della domanda che per il miglioramento dell’offerta di servizi sanitari”, commenta Massimo Dal Checco, presidente di Anitec-Assinform. “La sfida sta nell’introdurre queste tecnologie in modo strategico, integrato e su larga scala, guardando ai processi nel loro insieme per identificare e correggere inefficienze, squilibri e punti critici lungo l’intera catena di erogazione dei servizi sanitari”.
Non bastano le tecnologie, occorre un approccio olistico
Prima di ogni altra cosa, evidenzia il report di Anitec-Assinform, è fondamentale riconoscere che le lunghe liste d’attesa sono un fenomeno complesso che va affrontato con un approccio olistico, intervenendo sull’intera catena che congiunge domanda e offerta di prestazioni. Le cause del problema legato alle liste di attesa sono in ultima istanza da ricercare nei processi del sistema sanitario, per questo occorre un’attenta e profonda analisi dei processi al fine di poter attivare delle politiche adeguate a indirizzare questo fenomeno.
Sul versante della domanda, come accennato, il digitale può giocare un ruolo chiave nella riduzione degli accessi impropri. L’ultima indagine condotta da Fadoi (Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti) ha fatto emergere che, in media, tre ricoveri su 10 si sarebbero potuti evitare con una migliore presa in carico dei pazienti da parte dei servizi territoriali e che il 20% dei ricoveri impropri in Pronto Soccorso è di natura sociale più che sanitaria. L’implementazione di servizi digitali per la gestione automatizzata degli appuntamenti, la comunicazione con i pazienti e l’effettuazione di prestazioni di telemedicina può contribuire significativamente a razionalizzare la domanda di prestazioni sanitarie. Dotare le strutture di strumentazioni digitali per la gestione automatizzata degli appuntamenti e l’effettuazione di prestazioni di base di telemedicina produrrebbe l’effetto di de-burocratizzare l’atto medico, snellire l’attività amministrativa necessaria per la gestione dell’intera attività clinica, promuovendo il funzionamento più efficace dei Servizi Sanitari, semplificando la comunicazione medico-paziente e andando ad alleggerire parte del peso che ad oggi grava sulle strutture ospedaliere.
Le misure immediatamente attuabili per abbattere le liste d’attesa
In questo senso, una misura rapidamente attuabile potrebbe essere l’istituzione di un fondo per permettere a Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta di acquistare questi strumenti.
Nel medio periodo, saranno poi necessari interventi strutturali che sfruttino le potenzialità del Fse 2.0 per affrontare efficacemente la sfida delle liste d’attesa. Il Fascicolo Sanitario Elettronico dovrà diventare una piattaforma aperta e facilmente accessibile, sia per i cittadini che per le strutture sanitarie e i professionisti. Un Fse più aperto sarebbe di beneficio per i cittadini perché, aumentando la loro familiarità con lo strumento, ne diffonderebbe i vantaggi. Per esempio, permettere le prenotazioni delle visite tramite app a loro volta “connesse” al Fascicolo, produrrebbe una razionalizzazione delle agende e una maggiore produttività dei medici. Questo potrebbe realizzarsi rendendo le Api condivisibili e integrabili con applicazioni e dispositivi di terze parti.
Per quanto riguarda strutture sanitarie e professionisti, invece, un Fse aperto abiliterebbe la comunicazione continua tra gli strumenti digitali utilizzati dalla medicina territoriale con quella ospedaliera. Permettendo quindi una valutazione più accurata dell’appropriatezza prescrittiva. Ciò consentirebbe ai prescrittori di avere una visione chiara della capacità del sistema sanitario e di indirizzare la domanda in modo più consapevole ed efficiente.
Per quanto riguarda l’offerta, le tecnologie digitali possono incrementare la produttività e l’efficienza del sistema sanitario. L’adozione di piattaforme di telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio, permette di erogare alcune prestazioni a distanza, aumentando la capacità di risposta del sistema senza necessariamente incrementare le risorse fisiche.
Inoltre, il digitale permette di monitorare efficacemente l’allocazione delle capacità produttive a livello di struttura e territoriale, creando strumenti in grado razionalizzare l’offerta.
In questo senso, un aspetto cruciale è l’integrazione dei sistemi informativi e la condivisione dei dati tra le diverse strutture sanitarie. La creazione di piattaforme interoperabili può fornire una visione d’insieme delle liste d’attesa a livello regionale e nazionale, permettendo una gestione più efficace e coordinata. Questo approccio non si limita a centralizzare le informazioni, ma mira a creare un sistema federato che permetta una visione completa e in tempo reale della domanda e dell’offerta di servizi sanitari.