LA STRATEGIA

Space economy, Colao: “Vogliamo aumentare leadership dell’Italia”

Il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao: “Entro il 2030 il mercato varrà 642 miliardi. Il nostro Paese pronto alla sfida: priorità alle space factory, ai programmi di Osservazione della Terra e ai lanciatori”. Si punta a rafforzare il ruolo dell’Asi

Pubblicato il 23 Feb 2022

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Oltre 4,6 miliardi per lo Spazio. A tanto ammontano le risorse per il settore come spiegato dal ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, audito audizione dalle commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

“Le risorse complessive a questo punto disponibili sul bilancio nazionale per il settore Spazio, al netto della contribuzione italiana ai programmi Esa, sono circa 2 miliardi sul piano triennale dell’Asi, e circa 2 miliardi e 300 milioni che sono disponibili tramite le risorse del Pnrr e del Fondo complementare, quindi 4,3. A queste però dobbiamo aggiungere altri 300 milioni che sono la quota per la partecipazione italiana al programma Artemis con la Nasa, e quindi il totale fa 4,6 – ha detto Colao – Ci sono poi altri programmi spaziali cofinanziati dal ministero della Difesa e col Mise, parlo di Cosmo-SkyMed e Sicral, che è un programma importante che mira alla costruzione di una costellazione composta da satelliti geostazionari allo scopo di assicurare comunicazioni in caso di eventi critici (pensiamo a calamità o minacce alla sicurezza o cose di questo tipo). Infine, a queste risorse si sommeranno le cifre che andremo ad impegnare a novembre sui programmi della prossima Ministeriale Esa 2022”.

“La nostra ambizione è di essere uno dei protagonisti europei nel settore dello Spazio – ha detto – L’Europa è posizionata nello scacchiere internazionale nella migliore posizione per poter essere un fattore facilitatore del dialogo – ha spiegato -, bisogna stabilire regole, chi gestirà il traffico, chi farà il vigile dello Spazio, chi dovrà gestite operazioni delicate, e, data la situazione geopolitica internazionale, io sono convinto che l’Europa può essere un protagonista in questo ambito e noi abbiamo l’intenzione di dare il nostro contributo”.

Colao ha ricordato che il mercato della Space economy “vale oggi quasi 340 miliardi di dollari di ricavi a livello globale, provenienti in prevalenza dai servizi satellitari. Si stima, e questo è un dato importante, raggiungerà i 642 miliardi entro il 2030, quindi molta crescita”.  “Il budget che i governi di tutto il mondo destinano al settore spaziale – ha spiegato – è stimato tra gli 86,9 e i 100,7 miliardi di dollari. L’Europa è seconda al mondo per entità di spesa, con 11,48 miliardi. Noi, Italia, siamo davanti a Cina, Russia, Giappone e India”. E con circa 2,3 miliardi di euro di contribuzione ai programmi spaziali dell’Esa garantiti all’ultima Ministeriale l’Italia è il terzo contribuente dell’Agenzia spaziale europea

I 3 obiettivi della strategia italiana

“I 4,6 miliardi risorse molto ingenti. Sono un sostanziale raddoppio, grazie al Pnrr possiamo oggi rilanciare la nostra ambizione strategica sullo Spazio lavorando, in collaborazione con l’Asi e con l’Esa, per raggiungere tre obiettivi – ha sottolineato il ministro – Anzitutto, il rafforzamento delle capacità e della competitività della filiera industriale italiana che è attiva nel campo spaziale e aerospaziale; secondo, stimolare l’innovazione e la ricerca scientifica, con investimenti mirati ai segmenti più rilevanti e innovativi; infine, creare nuovi modelli di business che facciano collaborare il pubblico e il privato, soprattutto per l’utilizzo delle grandi quantità di dati spaziali, con ritorni economici e sociali, quindi lo sfruttamento delle informazioni provenienti dallo Spazio”.

“Sul primo punto, ovvero il rafforzamento delle nostre capacità tecnologiche e di ricerca nello Spazio, si concentra sostanzialmente il Piano pluriennale dell’Asi. Come detto – ha aggiunto il ministro – si tratta di circa 2 miliardi di risorse nazionali, che abbiamo impegnato a dicembre 2021, predisponendo tutti i provvedimenti di assegnazione all’Asi. L’Agenzia può quindi iniziare ad utilizzare questi fondi per avviare gli ambiziosi programmi nazionali sotto il suo controllo”.

Il ruolo dell’Asi

La programmazione dell’Asi include 6 aree: telecomunicazioni e navigazione (141 milioni), in particolare per la realizzazione di infrastrutture per la navigazione satellitare e i servizi integrati; osservazione terra (609 milioni), in particolare per lo sviluppo di nuovi payload satellitari con tecnologia radar e iperspettrale; tecnologie e nano-satelliti (431 milioni), in particolare per l’applicazione di tecnologie robotiche e di Ia; esplorazione e infrastrutture orbitanti (254 milioni), per la partecipazione italiana a missioni internazionali sulla Luna e su Marte; ricerca e formazione (255 milioni), per sostenere la partecipazione della comunità scientifica nazionale ai programmi internazionali e per promuovere francamente anche le nuove generazioni, la formazione delle nuove generazioni; infine le infrastrutture di terra (145 milioni) a supporto delle attività spaziali, in particolare quelle posizionate al sud Italia (mi riferisco qui a Matera principalmente)”, ha aggiunto Colao.

L’Asi “deve essere potenziata, senza dubbio, la nostra agenzia ha tra 350-400 persone, l’agenzia francese ne ha 2500, quella europea 5000, solo i numeri dicono che deve essere potenziata”. “Il tema è quanto in fretta riusciamo a farlo – ha proseguito -, siamo partiti con assunzioni ma ci si metterà anni ad assumere, ma sicuramente dovrà essere potenziata. Consideriamo anche qual è la nostra concorrenza, che è Elon Musk che vuole portare gli umani su Marte, che pensa a 30-40 anni, l’idea che noi si abbia una piccola struttura ci fa capire quanto è urgente considerarla una priorità per il Paese”.

Riflettori sulle space factory e accesso allo Spazio

Per quanto riguarda la parte di investimenti, relativi al settore Spazio finanziati con il Pnrr e con il Fondo complementare, dedicata a Space Factory e accesso allo Spazio, “abbiamo a disposizione in totale 280 milioni di finanziamento (180 milioni da Pnrr e 100 milioni da Fondo complementare)”, ha ricordato. Space Factory è un “programma da 60 milioni teso a sostenere la nostra capacità manifatturiera in ambito spaziale, sostenendo gli investimenti in nuovi impianti o il revamping di impianti esistenti da parte di un tessuto imprenditoriale che in Italia è vivace e competitivo (parliamo di circa 300 imprese, molte Pmi e 7000 addetti). “L’obiettivo principale dei nostri investimenti è quindi l’aumento di competitività e il sostegno all’innovazione di questa industria – ha puntualizzato –  Attraverso il programma Space Factory sviluppiamo fabbriche intelligenti con una particolare attenzione per la produzione di satelliti, quindi sarà un programma orientato a migliorare la produzione di satelliti”.

Quanto alle linee di intervento sull’accesso allo Spazio, “il settore dei lanciatori attraversa una fase di forte evoluzione, che è innescata da due fattori: da una parte l’ingresso nel mercato di player internazionali che operano francamente in condizioni particolarmente favorevoli nel loro mercato interno e poi la forte evoluzione tecnologica che ha avuto una accelerazione soprattutto nelle nuove modalità di propulsione liquida che rendono possibile la riutilizzabilità di alcune componenti del lanciatore stesso, riducendo i costi e aumentando la cadenza dei lanci. Per mantenere la nostra autonomia strategica nel settore dei lanciatori sono quindi necessari nuovi investimenti tesi al potenziamento competitivo della famiglia dei lanciatori Vega di Avio. Dobbiamo farlo cercando di proseguire la collaborazione industriale con i francesi su Arianne che si è costruita con successo sulla propulsione solida e il motore P120 e deve trovare adesso nuove sinergie anche nello sviluppo della propulsione liquida”.

“Per questo motivo nei mesi scorsi – ha ricordato il ministro – abbiamo sottoscritto un accordo di collaborazione con i partner francesi a sostegno della competitività di tutti e due i sistemi, sia di Arianne che di Vega, quali pilastri dell’accesso autonomo europeo allo Spazio. Il gruppo di lavoro ha lavorato all’accordo e ha concordato la volontà di approfondire e incrementare gli ambiti di collaborazione industriale in particolare su propulsione a liquido e riusabilità”. “Nel frattempo, proprio attraverso questo programma di accesso allo Spazio del Pnrr, anch’esso affidato alla collaborazione Esa-Asi per il suo sviluppo operativo, ci siamo già impegnati per sostenere il settore dei lanciatori con test in orbita delle tecnologie di propulsione innovativa più promettenti e con lo sviluppo di un nuovo motore green ad alta spinta per le prossime generazioni di lanciatori”.

L’Osservazione della Terra

“L’osservazione della Terra è uno dei settori più promettenti quando parliamo di spazio, ha opportunità di sviluppo commerciale, in fornitura di servizi istituzionali ma anche per l’innovazione commerciale – ha evidenziato – Per questa linea di azione abbiamo circa un miliardo 230 milioni di finanziamento” ha aggiunto “l’anno scorso il numero di satelliti in orbita ha raggiunto le 4838 unità, questa enorme crescita di satelliti orbitanti è sostenuta dalle telecomunicazioni tese a costruire un’infrastruttura complementare a quella terrestre”.

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