Il piano Industria 4.0 spinge gli investimenti esteri nel nostro Paese. Per la prima volta dal 2004, l’Italia torna nella top ten dei Paesi più attrattivi: a dirlo è il rapporto 2018 su flussi globali di investimenti diretti esteri, pubblicato dalla società di consulenza americana AT Kearney che ha sondato più di 500 senior executives delle principali corporation mondiali dei diversi settori.
Oltre a rilevare il significativo miglioramento dei fondamentali economici del nostro Paese rispetto agli anni passati, il rapporto evidenzia che l’Italia ha attuato politiche nazionali per il rilancio della crescita, competitività e produttività quali il Piano Nazionale ”Industria 4.0” che – secondo AT Kearney – ha contribuito a rendere il nostro Paese più attrattivo a livello internazionale.
Il ”Fdi Confidence Index” vede di nuovo gli Stati Uniti al primo posto (si tratta del sesto anno consecutivo) seguiti da Canada e Germania. Il rapporto 2018 riserva però una menzione speciale all’Italia. Nello specifico il nostro Paese torna, per la prima dopo oltre un decennio, tra le prime dieci economie più attrattive per gli investimenti diretti esteri, guadagnando tre posti dalla tredicesima alla decima.
All’interno dell’Ue, l’Italia si colloca dopo la Germania (al terzo posto), Gran Bretagna (quarta) e Francia (settima), ma supera Olanda, Svezia e Spagna. Si tratta di un significativo balzo in avanti, a riprova di una rinnovata fiducia nell’economia italiana da parte degli investitori stranieri.
Che il Piano Industria 4.0 sia stato un toccasana per l’economia italiana lo rileva anche Federmeccanica. I dati della 145esima indagine congiunturale evidenziano come nell quarto trimestre i volumi di produzione del settore metalmeccanico siano cresciuti dell’1,9% rispetto al terzo trimestre e del 4,3% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. A trainare i numeri del comparto gli incentivi (iper e superammortamento) del piano Industria 4.0 che, come spiegato dal presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz, “hanno dato spinta agli investimenti in macchinari, tecnologie e innovazione e consentito all’Italia di recuperare in parte il gap con gli altri Paese industrializzati”.