“Gli europarlamentari italiani votino convinti l’approvazione della direttiva sul copyright”. E’ l’appello che musicisti, registi, editori, sceneggiatori, fotografi italiani lanciano in vista della plenaria di Strasburgo di fine marzo. Lo chiedono 19 organizzazioni italiane, e oltre 200 europee, dei settori creativi e culturali. Per l’Italia firmano tra le altre Fimi, Aie, Siae, Anac, Anart, Confindustria cultura e Confindustria Radio TV.
“La direttiva sul copyright – si legge nella lettera aperta – aggiorna la normativa vigente al mutato contesto tecnologico ed economico-sociale, per dare una giusta remunerazione al lavoro di autori, artisti e imprese del settore rafforzandole nei confronti delle web company e aumenta le garanzie degli utenti finali nei confronti di entrambi”.
Un voto importante, scrivono le associazioni, “a tutela del nostro Dna di italiani ed europei, creatori e coltivatori di emozioni”.
Il mercato creativo in Italia vale 48 miliardi di euro e dà lavoro a un milione di persone: “Un patrimonio di eccellenza per il nostro Paese e per l’Europa”.
A febbraio la commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha dato luce verde all’accordo informale raggiunto tra i negoziatori del Consiglio e l’Eurocamera sulla riforma. I rappresentanti dei 28 Stati membri avevano dato l’ok al testo della direttiva approvato la settimana precedente dal trilogo: la presidenza romena aveva fatto sapere che il testo aveva ricevuto un “ampio” sostegno, ma si erano espressi contrari Italia, Olanda, Polonia, Finlandia e Lussemburgo.