“La Pubblica amministrazione ha il compito fondamentale di trasmettere a cittadini e imprese un senso di affidabilità circa i nuovi servizi e le nuove tecnologie digitali, una fiducia che sembra mancare o comunque essere bassa, se si tiene in considerazione il fatto che nessuno degli indicatori mostrati per l’interazione digitale tra cittadini e PA supera il 36%”: è quanto emerge dal report “Il Pnrr alla prova dei territori- Gli scenari di investimento in digitale, sostenibilità e salute” (SCARICA QUI LO STUDIO) che accompagna il lancio di Next Reg, iniziativa di monitoraggio e dialogo tra imprese, società civile e istituzioni sull’attuazione del Pnrr nei territori promossa dall’Istituto per la Competitività (I-Com), Nomos e Open Gate.
Nel report viene fatto il punto sulle singole misure e un capitolo è dedicato al digitale. “Difficoltà di execution del Pnrr si ravvisano in tutti i Paesi soprattutto quando il focus si sposta sui territori e quindi sulle azioni specifiche”, ha detto nel suo intervento la Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Ue, Irene Tinagli secondo la quale il Pnrr sarà “una learning experience importante anche per i progetti che andranno oltre il Pnrr”.
Da parte sua Adelaide Mozzi, a capo del team settore economico della Commissione Ue nonché membro della task force per la ripresa e resilienza ha evidenziato che “siamo di fronte a un importante cambio di metodo, da quello a spese rfendicontate a quello a obiettivi. E ciò implica inevitabilmente riorganizzazione e tempo di adattamento. Il 2023 sarà un anno chiave considerando che sono centinaia i progetti che dovranno essere portati a termine a livello dei territori”.
La sfida delle competenze
“Risulta imminente la necessità di rafforzamento delle strutture digitali del paese e, a tal proposito, sono di centrale importanza gli investimenti previsti dal Pnrr. È fondamentale che la pubblica amministrazione investa nella formazione dei propri dipendenti, sia attraverso la formazione interna che con l’offerta di corsi esterni, per garantire che siano in grado di utilizzare gli strumenti digitali a disposizione in modo efficace e che possano adattarsi rapidamente ai nuovi strumenti e alle nuove tecnologie che vengono introdotte”, evidenzia l’analisi.
Anche le imprese private devono investire nelle competenze digitali del proprio personale. “Solo in questo modo, potranno essere in grado di sviluppare soluzioni innovative e di adattarsi rapidamente alle nuove tendenze del mercato, mantenendo al tempo stesso elevati standard di qualità”.
5G, roadmap stringenti: serve impegno di tutti
“Nonostante le proiezioni di copertura al 2026 siano estremamente positive è necessario che tutti gli attori in campo si impegnino per rispettare le stringenti scadenze dettate dal Pnrr soprattutto considerando i problemi di natura burocratica e la mancanza di manodopera che affliggono in maniera cronica la realizzazione delle opere infrastrutturali nel nostro Paese”
Banda ultralarga fissa, ruolo forte per l’Fwa
Molto deve essere ancora fatto soprattutto per quanto riguarda i civici coperti in rete Vhcn che forniscono una velocità di connessione tra i 300 Mbps e 1 Giga. Il Piano Italia 1 Giga interverrà a copertura del 20,09% dei civici che nelle prospettive al 2026 risultano ancora senza una connessione adeguata a supportare i servizi di nuova generazione. Questi andranno a sommarsi ai 29,4% che saranno raggiunti tramite il piano Bul e ai 49,7% che saranno coperti in forma autonoma dagli operatori di mercato. “Importante in questo senso è il rispetto delle tempistiche: secondo questo quadro, circa la metà dei civici sarà raggiunta grazie all’intervento pubblico che basa la sua azione sulle risorse provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza che, come ben noto, ha delle scadenze stringenti e tassative”. Un ruolo di primaria importanza per il successo di questa partita “può essere giocato dal Fixed Wireless Access, che grazie alle proprie caratteristiche rappresenta un’alternativa più economica e flessibile rispetto al cablaggio in fibra, in particolare per le zone montane, rurali e a bassa densità abitativa, dove non è presente una rete fisica e in cui sarebbe antieconomico costruirla”.
Transizione 4.0, più attenzione ai crediti di imposta
“Bisogna porre maggiore attenzione sul tema dei crediti di imposta nell’ambito dell’investimento Transizione 4.0 (Missione I del Pnrr), dato che vi sono ancora alcune Regioni in cui non si registrano richieste di finanziamento in tal senso, e – in ogni caso – si è ancora molto lontani dal raggiungere la cifra stanziata per tale investimenti, che– si rammenta – è pari a 13 miliardi (più 5 miliardi nel Fondo complementare) a fronte di circa 18 milioni per le richieste candidate sino a questo momento”.
La riduzione dell’Iva per la connettività
“Per accompagnare l’evoluzione del settore, auspichiamo che si adottino specifiche misure e provvedimenti, quali: la riduzione dell’Iva per i servizi di connettività, ispirandosi ai recenti indirizzi europei; la mitigazione strutturale del costo dell’energia; l’armonizzazione dei limiti elettromagnetici a livello europeo. A queste misure si aggiunge la necessità di una politica industriale dedicata per far tornare a crescere il valore del mercato e contrastare la contrazione decennale delle risorse”, commenta il direttore di Asstel, Laura Di Raimondo.