Alleanze tra Twitter e broadcaster, spettatori che si spostano sui tablet, società di analisi che misurano le conversazioni online sui programmi Tv: il mondo della Tv sta rapidamente cambiando e trasformandosi in un’attività “social”, con conversazioni che si moltiplicano in particolare sui social network.
Twitter, Facebook, Tumblr, Wordpress, forum generati dagli utenti come Fanfiction.net ospitano ogni giorno milioni di commenti sui programmi e le società che analizzano il buzz della “social Tv” sono tante, da SocialGuide a Networked Insights alla blasonata Nielsen. La posta in palio è alta: aumentare gli introiti pubblicitari. Se un programma rafforza gli ascolti grazie ai commenti online, l’emittente che lo trasmette attrae più pubblicità (e può ritagliare su misura le campagne pubblicitarie). Il social network a sua volta può ritrasmettere spezzoni dei programmi con ads connesse e prendersi una fetta della torta.
Il passaggio dalle conversazioni online alla generazione di introiti non è scontato, avvertono gli analisti, ma un business si è sicuramente messo in moto, se non altro nella forma di alleanze strategiche e Facebook e Twitter si fanno concorrenza anche nel catturare alleati fra i broadcaster. Facebook, forte dei suoi 1,1 miliardi di utenti, mette profili e conversazioni a disposizione di emittenti partner negli Usa: Abc, Nbc, Fox e Cbs possono sapere come gli iscritti interagiscono con i loro programmi tramite “Like”, commenti e condivisioni. Queste alleanze sono destinate ad allargarsi a livello mondiale: a ottobre Facebook ha introdotto nuove Api che permetteranno a tutti i content provider di incorporare negli show le attività che si svolgono su Facebook in contemporanea con i programmi: canali come TF1 in France, Channel 4 in Uk, Ard in Germania, Esporte Interativo in Brasile e Star Networks in India hanno già manifestato interesse.
Twitter risponde con armi più raffinate. Il programma Amplify permette ai broadcaster di inserire brevi videoclip nei tweet in tempo quasi reale (lo fanno Bbc America, Fox, Conde Nast e Discovery Channel). Inoltre, Twitter è diventato il primo partner di Comcast, il maggior provider di tv via cavo negli Usa, per la nuova funzionalità “See it”, che permette agli spettatori americani, tramite i tweet, di scegliere se rimandare la visione di un programm in forma on demand, vederlo online o registrarlo (in Italia un esperimento simile è stato lanciato da Sky per il programma musicale X Factor).
Comcast naturalmente punta a cercare altri alleati, Facebook in primis, ma si è già assicurato la collaborazione che conta di più. “Twitter è la piattaforma più adatta per fornire esperienze di social Tv”, afferma Nick Thomas, principal analyst di Informa Telecoms & Media. “Facebook può far leva su una base utenti molto più ampia, ma per molti di questi Facebook non è la piattaforma ideale per le interazioni real-time”.
Twitter è consapevole delle enormi potenzialità di moltiplicatore delle conversazioni sui programmi e i protagonisti della Tv e ha spinto molto in questa direzione. Ha comprato la start up Trendrr, che analizza le relazioni tra reti sociali e televisione, e la Bluefin Labs, specializzata nelle interazioni tra telespettatori e piattaforme sociali; e ha creato Ad Targeting, che invia pubblicità mirate a persone che twittano sui programmi Tv. “Le altre società del mondo digitale stanno distruggendo il business tradizionale della tv, invece Twitter gli dà una mano”, dice Adam Bain, president of global revenue di Twitter. Il direttore di Variety Digital Andrew Wallenstein parla di Twittervision: “Twitter si è differenziato da rivali come Facebook perché ha saputo diventare un must per tutti coloro che vogliono condividere esperienze in tempo reale – dice Wallenstein -. Twitter si vede come naturale alleato per i broadcaster”. Non è detto che i broadcaster la vedano così: Orange in Francia ha preferito costruirsi le sue social app; in Uk i creatori del quiz tv Million Pound Drop hanno commissionato lo sviluppo di app per gli schermi mobili; Sky e Comcast hanno cercato l’alleanza di Zeebox, start-up specializzata nella social Tv. “Ma è indubbio che ultimamente prevalga la tendenza a ricercare alleanze con Twitter, con l’implicita ammissione che non c’è piattaforma migliore per permettere le interazioni e portare spezzoni di programmi e video agli utenti”, indica Thomas. “Nessuno può dire quale trend sarà vincente nel lungo termine, ma sicuramente non sperimentare oggi vuol dire essere fuori dai giochi domani”.