LA RICERCA

Public cloud, investimenti a +20% entro il 2027: giro d’affari da 1,3 trilioni di dollari

Banche, tlc e informatica trainano la spesa con una quota di 326 miliardi. La tecnologia svetta negli acquisti di infrastrutture, piattaforme e applicazioni. La crescita più rapida in America Latina

Pubblicato il 01 Set 2023

Idc public cloud

Il public cloud prosegue nella sua crescita, e la spesa annuale globale dovrebbe raggiungere, nel 2027, gli 1,35 trilioni di dollari. A evidenziarlo è l’ultimo aggiornamento della Worldwide Software and Public Cloud Services Spending Guide di Idc, che prevede un leggero rallentamento del tasso di crescita annuale composto che si attesterà nell’arco del periodo di previsione su una percentuale del 19,9%.

La guida Idc

La Worldwide Software and Public Cloud Services Spending Guide quantifica la spesa per i servizi cloud pubblici in base al tipo di cloud per 28 settori e cinque dimensioni aziendali in nove regioni e 53 Paesi. E’ stata progettata per aiutare i responsabili delle decisioni IT a comprendere chiaramente la portata e la direzione della spesa per i servizi cloud pubblici specifica del settore, oggi e nei prossimi cinque anni.

Un modello ben posizionato

Il cloud domina ormai la spesa tecnologica tra infrastrutture, piattaforme e applicazioni – spiega Eileen Smith, program vice president, Data & Analytics di Idc – La maggior parte delle aziende ha adottato il cloud pubblico come piattaforma economica per l’hosting di applicazioni aziendali e per lo sviluppo e la distribuzione di soluzioni rivolte ai clienti. In prospettiva, il modello cloud rimane incredibilmente ben posizionato per soddisfare le esigenze dei clienti in termini di innovazione nello sviluppo e nella distribuzione delle applicazioni, anche in considerazione del fatto che i dati, l’intelligenza artificiale/apprendimento automatico e le esigenze dei margini continuano a definire l’avanguardia dell’innovazione”.

Trainano banche, software e Tlc

I tre settori che faranno da traino a questa crescita, secondo l’analisi Idc, saranno – tra i 28 presi in considerazione dalla ricerca – banche, software e servizi informatici e telecomunicazioni, che da soli rappresenteranno 326 miliardi di dollari di spesa. A seguire il commercio al dettaglio e i servizi professionali e personali, mentre tra i fast mover compaiono ancora software e servizi informativi, i mercati dei capitali e le telecomunicazioni. Tutti i settori, a esclusione di quello dei consumi, registreranno un Cagr a due cifre nel periodo di previsione 2023-2027.

Software as a service in cima al ranking

Quella del software as a service e delle applicazioni sarà la categoria più significativa per la spesa nel cloud computing, arrivando a rappresentare, nel 2027, circa il 40% della spesa totale. Questo soprattutto visto al vantaggio accumulato finora, dal momento che il loro tasso di crescita sarà anche il più basso nel periodo di previsione, con un cagr quinquennale del 15,8%. Quanto alle applicazioni, le  principali nel campo Saas saranno la gestione delle risorse aziendali, e la gestione delle relazioni con i clienti, seguite dalle applicazioni di gestione e flusso di lavoro dei contenuti e dalle applicazioni collaborative.

A seguire l’infrastruttura come servizio (IaaS) e la Piattaforma come servizio (PaaS). La spesa PaaS sarà la categoria in più rapida crescita, con un Cagr quinquennale del 27,2%, guidata dagli acquisti di software di gestione dei dati, piattaforme applicative e software di analisi e business intelligence. La spesa IaaS, composta da dispositivi di calcolo, storage e networking, sarà la seconda categoria in crescita con un Cagr del 23,5%.

La spesa per aree geografiche

Il più grande mercato geografico per il cloud pubblico sarà rappresentato, da qui al 2027, dagli Stati Uniti, con una spesa prevista di 697 miliardi di dollari nel 2027. A seguire l’Europa occidentale con i suoi 273 miliardi di dollari, seguita dalla Cina con 117 miliardi di dollari. La crescita più rapida riguarderà l’America Latina, con un Cagr quinquennale del 29,1%, seguita dalla Cina con il suo 26,9%.

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