Addio per sempre al Sistri. La tracciabilità dei rifiuti speciali si farà via Gps. Ad annunciarlo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Dopo anni spesi fra rinvii dovuti ad “aggiustamenti” tecnici e continue polemiche su questioni legate agli investimenti e ai costi, il governo Conte ha deciso di mettere la parola fine alla “saga” e aprire un nuovo capitolo.
“Il Sistri non ha funzionato. Entro la prossima primavera entrerà in funzione un nuovo sistema di tracciabilità dei 140 milioni di tonnellate di rifiuti speciali che si movimentano in Italia”, ha detto il ministro in un’intervista al portale di Tiscali. “Da ministro, credo che vada ripensato il sistema di controllo ambientale dei rifiuti. Non si tratta di migliorarlo, ma di mandarlo in pensione”. L’attenzione è caduta sul Gps: “Quasi tutti i mezzi sono dotati di gps e rilevatori satellitari – ha detto il ministro – Vanno messi in rete”.
Nel decreto “milleproroghe” – in via di approvazione – manca però la proroga della sospensione dello stesso Sistri. A lanciare l’allarme Claudio Corrarati, presidente della Cna del Trentino Alto Adige: “Se non si interviene con una proroga il Sistri diventerà operativo dal primo gennaio 2019. Dunque si aggraverà la situazione delle imprese nella gestione dei rifiuti speciali, aggiungendo problemi a problemi”. Corrarati ha sottolineato che il Sistri è costato alle imprese circa 200 milioni “che con le spese indirette lievitano fino a 1 miliardo”. “Le imprese non possono continuare a pagare per le inefficienze politiche e burocratiche. La sospensione del Sistri va inserita nel primo provvedimento utile, per concentrarsi nel contempo a trovare una soluzione definitiva a questo problema”.