IL CASO

Caricabatterie unico, Apple si oppone: per i consumatori “stangata” da 1,5 miliardi

La Mela sarebbe la più colpita dall’introduzione del device universale ma in uno studio commissionato alla Copenhagen Economics punta invece a dimostrare che i più danneggiati sarebbero gli utenti finali. A fine mese il parere della Commissione Ue

Pubblicato il 24 Gen 2020

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Apple dice no al caricabatterie unico per i cellulari a livello Ue proposto dal Parlamento europeo. Secondo il produttore di iPhone sarebbe un danno per l’innovazione e per i consumatori e in più moltiplicherebbe i rifiuti elettronici anziché ridurli come sarebbe nelle intenzioni di Bruxelles.

“Pensiamo che una regola che impone la conformità per tutti i tipi di connettori di tutti gli smartphone soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla e danneggerebbe i consumatori in Europa e l’economia nel suo complesso”, ha dichiarato Apple in una nota ufficiale riportata da Reuters.

Uno studio commissionato da Apple alla Copenhagen Economics ha dimostrato che il passaggio al caricatore unico imposto dalla normative costerebbe ai consumatori almeno 1,5 miliardi di euro, a fronte di benefici ambientali molto minori: 13 milioni.

Apple teme restrizioni all’innovazione

Da circa un decennio l’Europa lavora sulla proposta per l’aggiornamento delle norme europee sulle apparecchiature radio, nell’ambito del quale chiede anche l’adozione di un caricabatterie comune nell’Ue in modo da ridurre costi e rifiuti elettronici. La settimana scorsa il Parlamento europeo ha presentato la proposta del caricabatterie unico per tutti i cellulari e introdotto un emendamento a una bozza di legge indicando che la capacità di adattarsi a tutti i connettori più comuni deve essere un requisito essenziale per le apparecchiature radio in Ue.

L’eventuale entrata in vigore di una normativa del genere colpirebbe Apple più di ogni altro vendor di dispositivi mobili perché gli iPhone e altri prodotti della Mela usano il connettore Lightning, mentre i device Android usano connettori Usb-C. Apple ha tuttavia replicato che non serve una regola dall’alto perché l’industria si sta già muovendo verso lo standard Usb-C. “Speriamo che la Commissione europea continui a cercare una soluzione che non limiti la capacità dell’industria di innovare”, afferma la nota di Cupertino.

Bruxelles studia le opzioni legislative

Bruxelles sembra però decisa a andare avanti. Nel 2009 la Commissione europea ha chiesto a quattro aziende (Apple, Samsung, Huawei e Nokia) di firmare spontaneamente un memorandum of understanding per armonizzare i caricabatterie dei nuovi modelli di smartphone che sarebbero arrivati sul mercato nel 2011. L’approccio volontario non ha funzionato, dice la Commissione, ed è quindi il momento di passare alla regulation.

La Commissione sta pensando a una modifica della Direttiva RED (Radio Equipment Directive), la quale stabilisce un quadro normativo per l’immissione delle apparecchiature radio sul mercato. Oppure potrebbero essere valutati altri strumenti, come l’implementazione di misure all’interno della Eco-design Directive.

La Commissione pubblicherà uno studio sull’impatto del caricabatterie unico alla fine di gennaio o all’inizio di febbraio. Il commento di Apple è già arrivato ed è una totale bocciatura.

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