LA RICERCA

Cybersecurity, il futuro della biometria è nella “sensor fusion”

Le previsioni di Counterpoint research: entro il 2020 un miliardo di smartphone “monteranno” il riconoscimento facciale. Ma saranno sempre di più i dispositivi che combineranno tecnologie differneti per identificare gli utenti

Pubblicato il 14 Feb 2018

riconoscimento-facciale

Entro il 2020 il riconoscimento facciale sarà su un miliardo di smartphone: il traino delle nuove tecnologie di sicurezza adottate da Apple e Samsung spingerà infatti anche gli altri produttori di dispositivi mobili a installare queste tecnologie biometriche e quindi a favorirne la diffusione. Ma la diffusione dei metodi di riconoscimento biometrico non vuol dire soltanto l’identificazione attraverso i tratti del viso: oggi ma soprattutto in futuro per identificare gli utenti in modo univoco e certo, e quindi anche per autorizzare transazioni finanziarie o pagamenti, sarà sempre più “normale” trovarsi di fronte alla combinazione di più tecnologie. E’ quanto emerge dall’ultimo report sulla biometria realizzato da Counterpoin research, secondo cui si assisterà con il passare degli anni non a una competizione tra le varie soluzioni, ma a una loro integrazione. Quando ne verrà preferita una a un’altra questo succederà sulla base di pochi ma fondamentali criteri: semplicità di utilizzo e livello di sicurezza caso per caso più adeguato.

“Nel 2018 ci aspettiamo che tutti principali leader del mercato degli smartphone lancino nuovi modelli di punta che integrino il riconoscimento facciale tridimensionale – afferma Neil Shah, direttore di Counterpoint research – mentre per gli altri modelli sarà utilizzato quello 2D”.

“La diffusione del riconoscimento facciale per i device nelle fasce di prezzo più basse sarà più veloce rispetto a quanto accaduto in passato con altre innovazioni tecnologiche – spiega Pavel Naiya, senior analyst in Counterpoint research – anche se secondo le nostre stime il 60% di tutti gli smartphone che utilizzerà il riconoscimento facciale nel 2020 utilizzerà tecnologie 3D: questa evoluzione procederà di pari passo con quella di altre innovazioni emergenti, come la realtà aumentata e la realtà virtuale, dove l’intelligenza artificiale sarà utilizzata per estendere i casi d’uso delle tecnologie biometriche”.

Tra le prospettive più probabili per i prossimi anni c’è inoltre quella della “sensor fusion”, la fusione delle informazioni provenienti da più sensori per arrivare, nel caso della biometria, a un riconoscimento univoco e il più possibile sicuro: “La sensor fusion diventerà più importante che mai – aggiunge Naiya – e aprirà una nuova era di partnership tra i vari soggetti coinvolti, come i data provider e i platform provider, per rendere disponibili in tempi rapidi le nuove tecnologie. Ci aspettiamo che nuove piattaforme e nuovi player possano emergere anche tra I produttori per componenti di smartphone, in grado di integrare il machine learning, l’analisi dei dati e quella delle informazioni provenienti dai sensori, per mettere a disposizione degli utenti soluzioni sempre più affidabili e semplici da utilizzare”.

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