IL DEVICE

Ecco il primo MacBook dell’era Arm: ultraleggero e con 20 ore di autonomia

Si rincorrono le indiscrezioni sul nuovo portatile di casa Apple, che avrà uno schermo da 12 pollici e tastiera ultrapiatta a farfalla. Costerà 799 dollari tasse escluse. A Ifa Berlino 2020, al via il 5 settembre, previsti decine di nuovi portatili Windows 10 Arm

Pubblicato il 01 Set 2020

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Apple si prepara a lanciare, entro la fine dell’anno, il primo computer portatile MacBook con processore Arm analogo a quello che viene utilizzato sui suoi iPhone e tablet iPad. Secondo indiscrezioni si tratterà di un ultraleggero dalla lunga autonomia e prezzo (per gli standard dei prodotti di fascia alta di Apple) relativamente contenuto.

Le indiscrezioni che si sono susseguite nelle scorse settimane adesso indicano che il design definitivo sarà di tipo ultraleggero e basato sulla scocca del MacBook più piccolo sinora prodotto da Apple. Il MacBook con schermo ad alta densità Retina da 12 pollici, in commercio dal 2015 sino all’uscita di produzione nel 2017. Dal peso di meno di un chilo (circa 900 grammi) e con profilo ultrasottile, la scocca del vecchio portatile diventerebbe il contenitore del nuovo computer, tuttavia con caratteristiche completamente diverse.

A un prezzo di 799 per il mercato scolastico (tasse escluse) e di 849 per il resto del mercato (sempre prima delle tasse), il MacBook sfrutterà il processore A14X “Tonga” che verrà utilizzato anche sui nuovi iPad e che avrebbe otto nuclei di calcolo ad altra prestazione e quattro a basso consumo, arrivando a dare – secondo le indiscrezioni – fino a 20 ore di autonomia di utilizzo del computer. Il processore verrà fabbricato dalla taiwanese Tsmc con procedimento di lavorazione a 5 nanometri.

Tra le altre caratteristiche, il computer avrà 8 oppure 16 Gb di Ram e unità di memoria allo stato solido da 256/512 Gigabyte oppure 1 Terabyte. Avrà, sempre secondo le indiscrezioni, in tutto una sola porta Usb-C sia per l’alimentazione che per le connessione, oltre alla tastiera ultrapiatta con il meccanismo di attuazione a farfalla che in passato aveva dato problemi sui portatili di Apple e che aveva portato a una class action da parte di utenti danneggiati, facendo avviare un procedimento di sostituzione delle tastiere rotte a prezzo politico.

Apple ha annunciato a giugno la transizione dai processori Intel dei suoi computer Mac a quelli basati su base di Arm personalizzati dall’azienda, che vengono utilizzati nei telefoni e nei tablet di Apple. La transizione, che Apple ha indicato sarà progressiva e durerà due anni, ha avuto come effetto collaterale quello di accelerare anche la realizzazione di nuovi progetti di personal computer basati su Windows che utilizzano la variante per processori Arm.

Tra pochi giorni, all’avvio della fiera di Ifa 2020 di Berlino in versione virtuale, sono attese novità su questo versante sia dai produttori di apparecchi che soprattutto dai produttori di processori, prima fra tutte l’americana Qualcomm, che già da due anni produce versioni del suo Snapdragon dedicate a Windows 10 per Arm64 e che già in passato consentiva di ottenere una durata della batteria giornaliera e il supporto per le reti di dati mobili. Con tutta probabilità la maggior parte dei nuovi Pc portatili con Arm64 avranno connessione Lte oppure 5G.

Il produttore della tecnologia chiave, cioè il progettista di chip britannico Arm, attualmente di proprietà della giapponese Softbank, è intanto sul punto di essere venduto. Il dossier sarebbe nelle mani di Goldman Sachs ma l’operazione non è semplice e coinvolge non solo l’antitrust ma anche lo stesso governo degli Stati Uniti, perché l’ipotesi di vendita a un buyer cinese metterebbe a rischio il business di Qualcomm e dei produttori di computer statunitensi e asiatici che stanno investendo su questa architettura, oltre che della stessa Microsoft.

Alcuni giorni fa il ceo di Softbank, Masayoshi Son, aveva confermato che potrebbe vendere Arm oppure quotarla nuovamente in Borsa. Il delisting era avvenuto a seguito dell’acquisizione di Arm da parte dell’azienda cinese nel 2016: Son aveva infatti comprato il 100% delle azioni di Arm per 32 miliardi di dollari, togliendola dal listino.

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