STRATEGIE

Apple brucia tutti sul tempo: alluminio carbon free per i device

Acquisito da Alcoa e Rio Tinto il primo lotto mai realizzato al mondo: il materiale utilizza un anodo in ceramica che emette solo ossigeno, eliminando le emissioni dirette di gas serra nei processi di produzione

Pubblicato il 06 Dic 2019

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Alluminio carbon-free, privo di carbonio, l’elemento altamente inquinante che si adopera nella lavorazione per portare il metallo dallo stato grezzo a quello puro necessario alle produzioni industriali. È la novità annunciata da Apple, che ha comunicato di aver acquistato il primo lotto mai prodotto di alluminio privo di carbonio.
Apple da molto tempo utilizza l’alluminio per la realizzazione di alcuni dei suoi prodotti (telefoni, tablet, orologi e computer) ma da alcuni anni ha avviato un programma ambientale molto aggressivo, che prevede oltre all’uso di energia elettrica proveniente da fonti rigenerabili e l’abbattimento più ampio possibile degli inquinanti anche il riciclaggio dell’alluminio per la realizzazione delle scocche dei nuovi computer.

Adesso, grazie all’accordo con la joint venture composta da Alcoa e Rio Tinto, l’azienda fa un ulteriore passo in avanti. L’alluminio carbon-free viene prodotto da Elysis, con sede a Montreal, nata un anno fa con un finanziamento di 144 milioni di dollari da parte di Alcoa e Rio Tinto, ma anche con un contributo dei governi del Canada e del Quebec oltre che di Apple.
Apple non ha ancora indicato in quali prodotti intende utilizzare il nuovo alluminio, che verrà spedito all’azienda da un centro di ricerca di Alcoa a Pittsburgh.

«Per più di 130 anni – ha detto Lisa Jackson, vicepresidente per l’ambiente, le politiche e le iniziative sociali di Apple – l’alluminio che utilizziamo quotidianamente in tantissimi prodotti, è stato fatto nello stesso modo. Adesso tutto questo sta per cambiare».
Apple è la prima azienda a mettere le mani su questa nuova produzione di alluminio che, a differenza dell’alluminio classico che viene realizzato facendo passare una corrente elettrica attraverso un blocco di carbone di grandi dimensioni con funzione da anodo e che brucia emettendo diossido di carbonio nell’atmosfera, utilizza un anodo in ceramica che emette solo ossigeno, eliminando le emissioni dirette di gas serra dal processo di fusione che produce l’alluminio raffinato.

La joint venture di Alcoa e Rio Tinto ha l’obiettivo di commercializzare entro il 2024 questo tipo di produzione. Le due aziende si sono unite per far crescere le sperimentazioni in questo tipo di lavorazione dell’alluminio grezzo e portarle su una scala commercializzabile. Elysis ed Apple non hanno rivelato la dimensione del primo lotto o il suo costo, ma lo hanno definito semplicemente “un lotto commerciale” mentre Elysis ha spiegato che ci si aspetta che il nuovo processo di lavorazione abbia costi operativi più bassi di quelli della fusione tradizionale.

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