Qualcomm ha chiesto alla International trade commission (Itc) americana di vietare l’importazione di alcuni modelli di Apple iPhone che violerebbero i brevetti del chipmaker. Si apre così un nuovo capitolo della lunga disputa legale tra i due colossi hitech degli Stati Uniti: Qualcomm chiede alla Itc di annullare una precedente decisione che aveva “graziato” Apple.
Il braccio di ferro sui brevetti tra Apple e Qualcomm dura da anni, con cause depositate presso diversi enti federali americani. Alla Itc Qualcomm aveva denunciato la casa di Cupertino nel 2017, sostenendo che alcuni modelli di iPhone violano i brevetti di Qualcomm sulla gestione ottimale della batteria e chiedendo di vietare l’importazione di alcuni modelli più vecchi dei telefoni della Mela che hanno i chip della rivale Intel.
Il giudice amministrativo della Itc, Thomas Pender, ha riconosciuto con una sentenza emessa a settembre che Apple infrange uno dei brevetti Qualcomm in questione, ma non ha emesso alcun bando, affermando che vietare gli iPhone con i chip di Intel equivale a consegnare a Qualcomm un monopolio di fatto sul mercato statunitense dei chip modem, che connettono gli smartphone alle reti mobili. Per il giudice Pender preservare la concorrenza su questo mercato è nel pubblico interesse, soprattutto in vista del roll-out delle nuove reti e dispositivi 5G.
La sentenza è stata inusuale: i casi in cui la Itc riconosce una violazione di brevetto ma non vieta l’importazione del relativo prodotto sono rari e a dicembre la Itc ha detto che analizzerà la decisione di Pender e entro fine marzo farà sapere se la confermerà o no.
Nel frattempo Apple ha svelato una modifica software che le permette di non infrangere alcun brevetto di Qualcomm e ha chiesto alla Itc sei mesi di tempo per verificare che la fix soddisfi le richieste del regolatore. Qualcomm ribatte che la fix invalida tutto il ragionamento del giudice Pender e che gli smartphone di Apple con chip Intel vanno vietati subito.
Secondo i legali del chipmaker, Pender si è pronunciato contro la presentazione di rimedi assumendo che usare il brevetto di Qualcomm impedisce ad Apple di ricorrere a Intel come fornitore per i prossimi anni e che nessuna riprogettazione software fosse possibile. Il giudice dell’Itc ha ritenuto che far valere il brevetto di Qualcomm potesse causare un danno irreparabile all’interesse pubblico, ma ora Apple con la fix “ammette che il presunto danno è interamente evitabile”, dice Qualcomm.
Proprio sui chip modem per il 5G si gioca l’altra cruciale battaglia per il futuro di Qualcomm. Il colosso di San Diego ha in corso una causa antitrust con la Federal trade commission (Ftc), l’ente federale che vigila sulla concorrenza di mercato e la tutela dei consumatori. L’agenzia ha accusato Qualcomm di aver instaurato un monopolio di fatto nei chip e di aver usato il potere di mercato nei chip 3G e 4Gper costringere produttori come Apple a firmare accordi di licenza che prevedevano royalty molto alte. Se nessuno interviene, argomenta la Ftc, accadrà lo stesso con i chip 5G.
Qualcomm ribatte di aver usato le royalty per la ricerca e sviluppo, favorendo l’intero ecosistema mobile, e di aver stimolato la concorrenza. Proprio l‘intensa attività di ricerca ha permesso a Qualcomm in questi giorni di presentare la seconda versione del suo chip modem 5G: Snapdragon X55 5G modem, che segue l’X50. L’azienda ha indicato che sarà disponibile per i partner nei prossimi mesi e che i primi device con lo Snapdragon X55 5G dovrebbero essere in vendita entro la fine della’anno.
La disputa con Apple resta aperta su più fronti: la Mela ha a sua volta fatto causa a Qualcomm accusandola di imporre termini di licenza vessatori, mentre Qualcomm ha accusato Apple di averle sottratto segreti commerciali e averli condivisi con Intel. Fuori dagli Stati Uniti, Qualcomm ha cercato e ottenuto parziali bandi contro gli iPhone in Cina e Germania.