L'INTERVENTO

I cellulari del futuro? Impiantati nel corpo: parola di Martin Cooper

L’inventore del telefonino delinea lo scenario prossimo venturo e accende i riflettori sulla questione del rispetto della privacy che si fa “sempre più seria” e sulle dipendenze da social. Ma non manca di evidenziare le enormi opportunità che si aprono: “Grazie ai dati trasmessi dai chip si potranno salvare sempre più vite umane”

Pubblicato il 01 Mar 2023

martin cooper

Il telefono cellulare come lo conosciamo oggi è destinato a “scomparire”: parola di Martin Cooper, al quale si attribuisce l’invenzione del primo telefono nel 1973. Sul palco del Mobile World Congress di Barcellona – dove ha ricevuto ha ricevuto un premio alla carriera in occasione dei 50 anni trascorsi dalla prima telefonata sulla Sixth Avenue utilizzando il Motorola DynaTAC 8000X – Cooper ha delineato lo scenario futuro in cui il cellulare si trasformerà in un microchip impiantato sottopelle (quella delle orecchie) e il corpo umano a fare da “caricatore”.

Microchip sottopelle, in pole Neuralink di Elon Musk

“Ci vuole una piccola quantità di energia per far funzionare questo auricolare”, ha spiegato citando le startup che stanno sviluppando tecnologie in grado di far “parlare” chip e cervello umano prima fra tutte la Neuralink di Elon Musk. Cooper evidenzia che oggi nel mondo ci sono più abbonamenti alla telefonia mobile che persone e due terzi della popolazione possiede un telefono cellulare personale: “Il telefono cellulare sta diventando una vera e propria estensione della persona”.

Secondo Cooper la forma dello smartphone non è più adatta alle applicazioni e funzionalità crescenti. “Senza l’uso di un auricolare l’uso del telefono è scomodo” anche perché non si può in contemporanea visualizzare lo schermo. Nonostante l’evoluzione forma e design sono rimasti sostanzialmente uguali nel corso degli anni.

Violazione della privacy e dipendenza dai social media

Ma al di là delle questioni tecnologiche Cooper ha acceso i riflettori su due importanti tematiche: la privacy e le continue violazioni della stessa e la dipendenza dai social media. “Sono due questioni molto serie”, ha detto Cooper. “Non abbiamo più privacy perché tutto ciò che ci riguarda è ora registrato da qualche parte e accessibile a qualcuno che vuole ottenerlo”. Cooper ha anche che “le autorità di regolamentazione in Europa, dove vigono norme rigorose sulla privacy dei dati, ma anche quelle di altri Paesi, sono preoccupate per le applicazioni che tracciano l’attività degli utenti, consentendo alle aziende di tecnologia e pubblicità digitale di costruire profili”. Cooper, che esorta i regolatori a prestare particolare attenzione all’uso dei cellulari da parte dei minori, si dice però in parte fiducioso: “La questione si risolverà, ma non facilmente”.

Le opportunità nel campo della sanità

E non ha dimenticato di evidenziare le grandi opportunità che si aprono in termini di funzionalità innovative: “Tra il cellulare, la tecnologia medica e Internet, sconfiggeremo le malattie”, ha detto, anche se la strada da percorrere è ancora lunga.

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