IL BANDO

Innovazione, il Veneto punta a diventare un hub europeo: sul piatto 7 miliardi

Presentata al Mise la candidatura promossa dal Competence center Smact e da una cordata di associazioni, università e imprese. Scopo dei centri ricerca: agevolare e implementare la trasformazione digitale delle piccole e medie imprese

Pubblicato il 23 Ott 2020

innovazione

Il Veneto potrebbe diventare un European Digital Innovation Hub. Se la sua candidatura fosse accettata, entrerebbe così a far parte della ristretta cerchia di centri di ricerca europei che hanno l’obiettivo di agevolare e implementare la trasformazione digitale, ancora molto in ritardo, delle piccole e medie imprese.
La proposta, che ha ottenuto la validazione della Regione Veneto, è stata presentata al Ministero della sviluppo economico in risposta all’apposito bando che si chiudeva il 24 settembre scorso. A sostenere l’idea, una cordata di cui fanno parte, oltre al Competence center Smact che ne è capofila, anche Infocamere, Unioncamere Veneto, Confindustria Siav, Confartigianato Vicenza, Intesa Sanpaolo, Univeneto, T2i, Area Science Park e Parco Galileo. L’annuncio è stato fatto ieri durante l’evento Digitalmeet ”Il ruolo degli European Digital Innovation Hub nei processi di trasformazione digitale delle Pmi”, organizzato con l’Università di Padova, a cui erano presenti Fabrizio Dughiero (presidente Smact), Matteo Faggin (Direttore Smact), Laura Bruni (Schneider Electric), Giovanni Pavan (Tim), Stefano Firpo (Medio credito), Michele Romano (Sanmarco Informatica), Walter Vendraminetto (EdaLab), Fabio Cappellozza (Presidente Considi).

Sessanta proposte, 28 al massimo i prescelti: per loro 7 miliardi di euro in 5 anni

Gli European digital Innovation Hub avranno a disposizione un ”tesoretto” di 7,2 miliardi di euro per i prossimi 5 anni: l’Italia ne potrà creare da un minimo di 21 (quante sono le regioni) ad un massimo di 28 (alcuni possono essere trasversali, ad esempio sulla digitalizzazione della Pa). Le candidature arrivate al Ministero sono 60, numero che sarà soggetto ad una selezione, dopodiché le prescelte potranno partecipare alla selezione europea.
“La candidatura veneta è forte e strutturata – spiega Fabrizio Dughiero, protettore dell’Università di Padova e presidente del consiglio di gestione di Smact -, abbiamo scelto un tema articolato: il nostro focus tecnologico sarà sull’intelligenza artificiale in continuità con le competenze di Smact (AIoT) e del network, assieme al tema della blockchain per valorizzare gli aspetti più strategici della cybersecurity applicata all’impresa 4.0. Mentre il focus settoriale sarà sulle specializzazioni del Veneto, cioè Agrifood, Manufacturing, Creative industries e Sustainable living”.

Si tratta, in sostanza, di trasferire su scala europea quel che il Competence center veneto sta già facendo da anni: dalla formazione pratica per le Pmi al supporto attraverso il co-finanziamento, all’attivazione dei live-demo, ovvero luoghi fisici, vere e proprie fabbriche di prova, dove le Pmi potranno sperimentare le loro tecnologie e testare i loro brevetti prima di metterli effettivamente in produzione.
Già oggi lo Smact è attivo su questo fronte: sta infatti finanziando la creazione di 5 live-demo (2 in Veneto, 2 in Trentino e Alto Adige, 1 in Friuli Venezia Giulia) che saranno operativi nella prossima primavera.

Androidi e 5G cinese fra gli altri temi della giornata

La giornata di ieri ha visto altri due importanti appuntamenti.
Il primo, “Umani e androidi coscienti”, organizzato dall’Università di Padova, ha affrontato il tema della costruzione di un robot cosciente. Ne hanno discusso, in un confronto tra ingegneri e neurologi, Emanuele Menegatti e Enrico Facco dell’Università degli Studi di Padova, Antonio Chella dell’Università di Palermo e, dal Giappone, Hiroshi Ishiguro dell’Università di Osaka. Ne è emerso che, ad oggi, un robot con coscienza non esiste ancora – ciò che esiste è un androide telecomandato da un operatore che risponde alle sollecitazioni e per questo può apparire umano -, ma è giusto chiedersi come facciamo a riconoscere o a distinguere una coscienza nel momento in cui abbiamo di fronte l’androide.

Altro tema affrontato, il 5G. Nell’evento ”Red Mirror: vince chi porta il 5G nella vita di ogni giorno” è stato presentato il libro di Simone Pieranni ”Red Mirror”, fondatore di China Files, agenzia editoriale con sede a Pechino che collabora con media italiani con reportage e articoli sulla Cina. Nel testo Pieranni spiega come funziona il 5G in Cina: auto a guida autonoma, città intelligenti, aziende con robot al posto delle persone, chirurgia a distanza e realtà virtuale.

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