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Internet of Things, l’anno della svolta: il mercato sfora il miliardo

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano sono 8 milioni gli oggetti interconnessi con prospettive di crescita interessanti per smart car, smart home e smart city. Nelle città risparmi potenziali per 4,2 miliardi e 7,2 tonnellate di Co2

Pubblicato il 14 Apr 2015

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Otto milioni di oggetti interconnessi, un mercato da 1,55 miliardi di euro, risparmi fino a 4,2 miliardi, 7,2 tonnellate di Co2 e di 5 giorni di traffico in meno nelle città. E’ il quadro di sintesi che emerge dalla Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che ha individuato nel 2014 “l’anno di svolta per l’Internet of Things”, diventato elemento centrale per il business con la prospettiva di rappresentare un fenomeno ancora più dirompente nei prossimi anni.

Nel nostro Paese si contano circa 8 milioni di oggetti interconnessi tramite Sim cellulare (+33% rispetto all’anno precedente), per un valore di mercato di 1,55 miliardi di euro (+28%). A cui va sommato il mercato delle applicazioni che si appoggiano a tecnologie di comunicazione diverse, come Wireless M-Bus, WiFi, Reti Mesh Low Power, Bluetooth Low Energy, pari a 400 milioni di euro.

Gli ambiti per cui si attende la maggiore crescita nel 2015 sono in particolare Smart Car, Smart Home e Smart City. Sono destinate ad aumentare ulteriormente, infatti, le 4,5 milioni di auto connesse in Italia principalmente grazie a box Gps/Gprs per la localizzazione del veicolo e la registrazione dei parametri di guida a scopo assicurativo. Cresce, poi, l’attenzione dei consumatori per la casa intelligente, con il 46% dei proprietari di casa intenzionati ad acquistare prodotti soprattutto per la sicurezza e il risparmio energetico, mentre si amplia l’offerta grazie a nuovi player e servizi sul mercato.

E il 2015 sarà certamente l’anno di rilancio della Smart City, per cui quasi metà dei comuni italiani ha avviato negli ultimi 3 anni almeno un progetto basato su tecnologie Internet of Things, nella maggior parte dei casi ancora in fase sperimentale. Ma i potenziali benefici sono enormi: un’adozione pervasiva di soluzioni per l’illuminazione intelligente, per la gestione della mobilità e per la raccolta rifiuti potrebbe far risparmiare complessivamente ogni anno in Italia 4,2 miliardi di euro e migliorare la vivibilità delle città, tagliando l’emissione di 7,2 milioni di tonnellate di Co2 ed evitando l’equivalente di quasi 5 giorni l’anno per ogni utente della città in coda nel traffico sulla propria auto oppure alla ricerca di un parcheggio libero.

“Il 2014 è stato l’anno della svolta per l’Internet of Things, che ha subito una straordinaria accelerazione, assumendo un ruolo sempre più centrale nel business delle aziende, della Pubblica Amministrazione e nel quotidiano di tutti – afferma Alessandro Perego, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Perché questo paradigma è un’innovazione che crea valore, incide sui fondamentali competitivi, rende possibili funzionalità e servizi prima quasi inimmaginabili”.

“Per il prossimo futuro è importante anche la crescita di dispositivi Wearable, la cui offerta è sempre più articolata, delle applicazioni di Smart Factory, che consentono di aumentare produttività e flessibilità degli impianti manifatturieri, e di Smart Agriculture – aggiungono Giovanni Miragliotta e Angela Tumino, Responsabili della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things -. Quest’ultima, che beneficia della rinnovata attenzione verso la filiera alimentare legata a Expo 2015, offre grandi potenzialità per la tracciabilità dei prodotti e la gestione delle attività agricole, riducendo fino al 40% l’uso di acqua e i trattamenti fitosanitari e ottenendo risparmi economici che consentono di ripagare l’investimento in tempi brevi.

Con l’eccezione significativa dei 36 milioni di contatori elettrici (basati su tecnologia Power Line Communication), in Italia la maggior parte delle applicazioni Internet of Things consolidate continua a sfruttare la connettività cellulare. Tra queste, le più diffuse sono relative alla Smart Car, che rappresenta il 55% del totale degli oggetti connessi tramite SIM e il 38% del mercato, in crescita più del 50% sia per diffusione che per valore di mercato.

Seguono lo Smart Metering e lo Smart Asset Management nelle utility, con circa 1,7 milioni di oggetti connessi tramite Sim (21% degli oggetti, 16% del mercato). Crescono lo Smart Home & Building, che con applicazioni di videosorveglianza, sistemi di antintrusione e di telecontrollo degli impianti di climatizzazione e riscaldamento rappresenta l’8% degli oggetti e il 23% del mercato, e la Smart Logistics, con applicazioni di gestione delle flotte aziendali e antifurti satellitari (5% degli oggetti, 14% del mercato). Mentre la Smart City oggi rappresenta solo il 2% degli oggetti e il 4% del mercato, trainata principalmente dal trasporto pubblico e dall’illuminazione intelligente.

Tra le applicazioni IoT che si appoggiano su tecnologie di comunicazione diverse da quella cellulare gli ambiti applicativi con maggiore peso invece sono lo Smart Home & Building, grazie alla diffusione di soluzioni di videosorveglianza, sistemi di illuminazione o termostati che si connettono tramite WiFi o Bluetooth, lo Smart Metering gas e la Smart City, principalmente grazie a soluzioni per la gestione dei parcheggi, la raccolta rifiuti, il monitoraggio ambientale e del territorio.

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