Il piano strategico sulla blockchain che il governo si prepara a mettere a punto insieme al gruppo di esperti che si è riunito per la prima volta lunedì al ministero per lo Sviluppo economico dovrà tenere in considerazione anche il mondo dell’agricoltura, che dovrà essere “parte attiva nel confronto istituzionale e scientifico” sullo sviluppo di questa tecnologia”.
E’ l’appello della Cia-Agricoltori Italiani, che esprime soddisfazione per l’insediamento della “task force” sottolineando che “il settore primario può essere una leva strategica nei progetti legati all’innovazione in questo ambito, in particolare il biologico”.
Con la blockchain, afferma la Confederazione italiana degli agricoltori, è possibile costruire l’agroalimentare italiano del futuro. “L’uso in agricoltura di tale tecnologia, ad esempio – si legge in una nota – sarebbe molto utile per incentivare miglioramenti e semplificazioni dei processi operativi di produzione, preparazione e distribuzione di un prodotto, favorendo l’aggregazione di reti e filiere agroalimentari”.
Secondo la lettura della Cia la blockchain è un’infrastruttura digitale perfetta per gestire banche dati in maniera diffusa, senza la presenza di un’autorità di controllo dei dati e di gestione dei flussi di informazione, però in grado di garantire la tracciabilità assoluta, ricorrendo al processo di concatenazione (chain) che porta ogni transazione (block) ad accodarsi alle precedenti senza permettere retroattivamente alcuna modifica.
Soprattutto il “bio” può considerarsi in linea con le tendenze della blockchain – puntualizza la confederazione – avendo già sperimentato piattaforme di raccolta dati, integrabili lungo tutto l’iter produttivo. “In questo senso – prosegue il comunicato – la blockchain arriverebbe a supportare il mondo agricolo anche in materia di sicurezza alimentare, tutelando il rapporto con i cittadini-consumatori che avrebbero la possibilità di consultare in totale trasparenza tutte le informazioni raccolte nella filiera e relative a un prodotto”.