La Francia si scaglia contro Apple. E apre un’inchiesta su ipotesi di “obsolescenza programmata” dei suoi prodotti. Lo scrive “Les Echos” che spiega come secondo la legge francese le società rischiano multe fino al 5% delle vendite annuali se ritenute colpevoli di accorciare deliberatamente la vita dei prodotti per stimolare la domanda alla sostituzione. L’apertura del dossier fa seguito all’ammissione da parte di Apple (il 28 dicembre) che la versione più recente del suo software (iOs 11) riduce il potere di calcolo di alcuni modelli più vecchi di iPhone.
Quella contro il colosso di Cupertino è la seconda inchiesta di questo tipo aperta in Francia, dopo che un mese fa la giustizia ha accusato l’azienda costruttrice di stampanti Epson di bloccare le cartucce. L’indagine del pubblico ministero francese è stata aperta a seguito della denuncia da parte di un’organizzazione di consumatori. L’associazione “Hop” (“Stop Planned Obsolescence”) ha presentato un reclamo contro Apple.
In una lunga lettera di scuse e spiegazioni pubblicata sul sito Apple.com e indirizzata a tutti i clienti, a fine dicembre Apple ha confermato quanto già dichiarato e cioè che il rallentamento degli smartphone in questione è stato necessario per garantire una maggiore durata della batteria e non dunque per “indurre” all’acquisto di nuovi modelli – questa l’accusa mossa alla società da molti clienti che ha scatenato il putiferio.
Nelle prime righe della missiva Apple parla di “misunderstanding” sulla questione e spiega passo dopo passo il funzionamento delle batterie e gli eventuali rischi a carico dei detentori dei “vecchi” modelli. E puntualizza che per prevenire eventuali “shutdown” già un anno fa era stato rilasciato un aggiornamento software destinato alla generazione “6” e ad alcuni modelli della “7” per aumentarne le performance.