Non si sa quali danni avrebbe potuto provocare, ma la recente collisione evitata tra un drone e un airbus 320 della Air France, in discesa sulla pista dell’aeroporto parigino Charles de Gaulle, riporta in auge il problema del controllo sui veivoli telecomandati. Per quest’ultimi vige infatti, tra gli altri, il divieto di volare nei pressi degli aeroporti, per ovvi motivi di possibili “interferenze” con le traiettorie dei voli delle compagnie aeree e degli aerei privati.
La collisione evitata a Parigi risale allo scorso 19 febbraio, come riferisce il servizio di investigazione dell’aeronautica francese, che spiega come sia stato il co-pilota dell’airbus ad aver visto il drone e ad aver immediatamente disinserito il pilota automatico per effettuare la la manovra che ha evitato l’impatto.
Il veivolo telecomandato, spiegano fonti dell’agenzia, è passato a soli cinque metri di distanza dall’ala sinistra dell’aereo. Un fatto che il servizio di investigazione dell’aeronautica transalpina definisce “grave”. Non a caso, sono ancora in corso le indagini per chiarire l’episodio. Il tema del controllo sui droni è particolarmente pressante in Francia: a Parigi, ma anche in altre città, sono state spesso registrate segnalazione di droni in volo vicino a centrali nucleari o sopra i centri abitati. Zone che per i veivoli telecomandati sono, o almeno in teoria dovrebbero essere, off-limits. Evidentemente, ai piloti dei droni non sembra importare molto di questo limite.