Qualcomm ha violato le leggi antitrust: la sentenza di un tribunale degli Stati Uniti è una nuova tegola per il gigante dei microprocessori. Secondo il giudice della Corte distrettuale di San Jose, Lucy Koh, Qualcomm ha soffocato la concorrenza sul mercato dei chip per smartphone minacciando di tagliare le forniture e esigendo royalty esorbitanti per le licenze. La Koh dà così ragione alla Us Federal trade commission, l’ente antitrust americano che ha fatto causa a Qualcomm nel 2017.
L’azienda di San Diego ha già fatto sapere che chiederà immediatamente una sospensione del giudizio da parte del tribunale distrettuale e un ricorso accelerato alla Corte d’appello degli Stati Uniti del Nono circuito, ma il titolo in Borsa ha perso il 9,5% nell’early trading oggi, impattato dalla decisione del giudice che potrebbe costringere Qualcomm a cambiare le sue pratiche commerciali.
Le decisione della Koh segue un dibattimento di dieci giorni tenutosi a gennaio senza giuria, in cui il giudice ha ascoltato le argomentazioni dei legali delle due parti. “Le pratiche di Qualcomm sul licensing hanno soffocato la concorrenza” per anni in alcuni settori del mercato dei chip, danneggiando i produttori rivali, le aziende degli smartphone e i consumatori, secondo il giudice. La Koh ha ordinato a Qualcomm di rinegoziare gli accordi di licenza definendo prezzi ragionevoli e ha imposto una vigilanza indipendente sulle pratiche commerciali del gruppo per garantire la compliance.
Qualcomm ha immediatamente chiesto al giudice di congelare l’applicazione della sentenza e ha annunciato appello al tribunale federale competente della California. “Siamo fortemente in disaccordo con la sentenza del giudice, la sua interpretazione dei fatti e la sua applicazione della legge”, ha affermato Don Rosenberg, executive vice president and general counsel di Qualcomm.
Il giudice Koh ha affermato che Qualcomm ha tenuto una condotta anticompetitiva che ha danneggiato vendor di smartphone come Apple, Blackberry, Huawei, Lenovo, Lg, Motorola, Samsung e Sony. Qualcomm avrebbe sfruttato il suo dominio nei modem chip per imporre royalty esorbitanti e ingiustificate, anche minacciando il taglio delle forniture. Secondo il giudice Qualcomm ha continuato a adottare pratiche di licensing lesive della concorrenza anche dopo le indagini antitrust condotte in diversi paesi, come Cina, Corea, Giappone, Usa e Ue.
Si tratta di un’importante vittoria per la Ftc: i legali della commission hanno sostenuto che Qualcomm ha usato il potere di mercato nei chip 3G e 4G per costringere i produttori di cellulari a firmare accordi di licenza che prevedevano royalty molto alte. Se nessuno interviene, accadrà lo stesso con i chip 5G, ha sostenuto l’accusa. Qualcomm ha replicato di aver usato le royalty per la ricerca e sviluppo, favorendo l’intero ecosistema mobile, e di aver stimolato la concorrenza.
Per Qualcomm non è detta l’ultima parola. Il governo federale, osservano gli analisti, ha un atteggiamento “schizofrenico” nei confronti del colosso dei chip: il dipartimento di Giustizia non è d’accordo con la linea seguita dalla Ftc e ha già chiesto un incontro col giudice Koh da cui potrebbe scaturire persino l’annullamento delle sanzioni imposte.