La Samsung prova a velocizzare la restituzione dei Galaxy Note a rischio esplosione con un “kit di matrioske”. Il colosso sud-coreano alle prese con la grana batterie, che ha già causato un taglio del 33% alle stime sugli utili della prossima trimestrale, ha deciso di inviare ai suoi clienti un kit per la restituzione del Galaxy Note 7.
Ai consumatori degli Stati Uniti che hanno acquistato i telefoni online sono state inviati un paio di guanti e tre scatole, da inserire una dentro l’altra come le famose bamboline russe, in grado di resistere a eventuali esplosioni o incendi. I box sono stati prodotti in conformità con le regole americane relative alla sicurezza dei dispositivi alimentati da batterie al litio.
Il caso avrà effetti anche sul Pil della Corea del Sud dove risiede il colosso. La Banca centrale ha infatti tagliato la previsione di crescita per il 2017 in considerazione del potenziale impatto del flop Galaxy Note 7 di Samsung, che rappresenta circa il 17% del Pil del Paese: “Una tale debacle non puo’ non avere impatto sull’economia del Paese”, ha riconosciuto il governatore della Banca di Corea Lee Ju-Yeol che ha annunciato una riduzione delle stime di crescita del Pil dal 2,9% al 2,8% per il prossimo anno.
Negli ultimi giorni sono infatti aumentate le segnalazioni di problemi alla batteria del Galaxy Note 7, al punto che il colosso dell’elettronica ha deciso di sospenderne in via temporanea la produzione. I richiami del Note 7, che hanno causato a Samsung la peggior crisi degli ultimi anni, non si sono arrestati dopo la prima ondata di malfunzionamenti. I problemi si sono infatti ripresentati anche con i nuovi Galaxy Note 7, dati in sostituzione di quelli difettosi. Samsung dovrà ora affrontare la restituzione di più di 1,5 milioni di Galaxy Note 7, tra quelli originali e quelli dati in sostituzione. La maggior parte sono stati venduti negli Stati Uniti e Corea del Sud.
Nelle ultime ora, tuttavia, sta prendendo quota l’ipotesi che il problema dei Note 7 possa non essere legato alle batterie o comunque non solo. Sono in corso varie inchieste, ma la supposizione iniziale della Samsung, che imputava la colpa a batterie difettose, sembra di fatto smentita dal ripetersi del problema anche in cellulari in cui era stata sostituita. Per analisti e ricercatori il problema è comunque connesso alle batterie, che nel Galaxy Note 7 sono di dimensioni e densità maggiori rispetto a quelle del nuovo iPhone 7.
Peter Yu, analista di Bnp Paribas, ha spiegato al Financial Times di credere che Samsung, anche per battere la Apple, abbia “spinto fino all’estremo lo sfruttamento della batteria”, in uno spazio interno affollato di componenti proprio per via delle sue maggiori dimensioni, con separatori molto sottili. “È per questo che il phablet è diventato instabile. Per le batterie a ioni di litio maggiore è la densità, più grande è la possibilità di esplodere in queste condizioni d’uso”.