Nonostante la varietà di dispositivi sul mercato e il crescente numero di applicazioni, orientate soprattutto a fitness e salute, il mercato degli smartwatch non decolla. È quanto emerge dall’ultima rilevazione della società di analisi Idc, che per quest’anno prevede una crescita modesta del settore. Nel corso del 2016 si venderà il 3,9% di pezzi in più rispetto al 2015, passando da 19,4 a 20 milioni di pezzi.
Per quanto riguarda i sistemi operativi quello di Apple è il più diffuso: quest’anno watchOS raggiungerà una quota di mercato del 52,3% con 10 milioni e mezzo di Apple Watch venduti. Proprio il lancio dell’orologio smart della Mela morsicata, un anno fa, ha dato il primo impulso al mercato. E la nuova versione appena svelata, l’Apple Watch Series 2, potrebbe rilanciare il settore anche grazie all’abbassamento dei prezzi dei modelli precedenti.
Al secondo posto tra i sistemi operativi si piazza Android Wear che per Idc sarà la piattaforma con la crescita più veloce di qui al 2020. Sarà insomma, come già accade per gli smartphone, almeno in teoria una corsa a due per la leadership. Per il 2016 il sistema operativo di Google dovrà accontentarsi del 22,9% del mercato globale. Mentre Tizen, il software sviluppato da Samsung, pesa per ora per un 12,7% sul mercato, al terzo posto.
Quanto ai cosiddetti dispositivi indossabili “basic”, tipo braccialetti fitness e altri accessori che non supportano applicazioni di terze parti, Idc stima che entro fine anno ne saranno venduti 80,7 milioni. Questo comparto rappresenta quasi l’80% del mercato wearable e in futuro perderà quote, scendendo al 66% di market share 2020 a favore dei prodotti smart che invece supportano app di terzi. Per loro la fetta del comparto salirà dal 21,1 al 34,1 per cento.