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Spazio, nasce lo “street view” per i viaggi interstellari

Il sistema sta prendendo forma grazie ai dati messi a disposizione dal telescopio Hubble della Nasa: una sorta di navigatore che consentirà alle astronavi di orientarsi nelle loro esplorazioni. A coordinare il progetto i ricercatori della Wesleyan University del Connecticut

Pubblicato il 09 Gen 2017

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Una sorta di “Google map” che però fornirà la mappa dello spazio a uso delle astronavi. Il progetto, coordinato dai ricercatori della Wesleyan University del Connecticut, impegnati a raccogliere e analizzare i dati del telescopio Hubble della Nasa. L’obiettivo è di arrivare a un servizio paragonabile allo “street view” di BigG, ma su scala “spaziale”, utilizzando le misurazioni fatte sul posto dalle due sonde Voyager dell’agenzia spaziale statunitense, che nel loro viaggio oltre i confini del Sistema solare stanno operando per mappare le aree che percorrono. Il progetto è stato annunciato durante il convegno della società astronomica americana a Grapevine, in Texas.

”Questa è una grande opportunità per confrontare i dati delle misurazioni dello spazio interstellare fatte in situ dalle sonde Voyager e le misure telescopiche di Hubble – afferma Seth Redfield, coordinatore dello studio – Le sonde Voyager stanno campionando piccole regioni mentre viaggiano a circa 60.000 chilometri all’ora, ma non sappiamo se queste zone siano tipiche o rare. Le osservazioni di Hubble – aggiunge l’astronomo – ci offrono una visuale più ampia, fornendoci il contesto in cui si muovono le sonde”.

Un’analisi preliminare dei dati di Hubble ha infatti permesso di ricostruire il mezzo interstellare che si trova davanti alle due Voyager, accendendo dei ‘fari’ sul loro cammino: si è così scoperto un ambiente molto complesso che contiene diverse nubi composte da idrogeno legato ad altri elementi chimici. Queste informazioni saranno preziose per i futuri viaggi interstellari, come quello della missione “Breakthrough Starshot” che vuole lanciare una flotta di vele solari verso Alpha Centauri, secondo quanto proposto dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e sostenuto dall’astrofisico Stephen Hawking. Nel futuro più prossimo, invece, aiuteranno il viaggio delle due sonde Voyager, lanciate nel 1977 per “far visita” a Saturno, Giove, Urano e Nettuno. Voyager 1 è entrata nello spazio interstellare nel 2012 ed è l’oggetto costruito dall’uomo che si trova più lontano dalla Terra (oltre 20 miliardi di chilometri). Voyager 2, invece, è ancora nei confini del Sistema solare, ad oltre 17 miliardi di chilometri dalla terra

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