Il traguardo dei 100 anni è stato tagliato il 3 ottobre 2018. E ripercorrere le tappe di una storia lungo un secolo è come fare un viaggio nei grandi fasti delle telecomunicazioni italiane. Con una presenza costante nel nostro Paese, Ericsson ha contribuito alla diffusione capillare delle infrastrutture di rete, fisse e mobili, consentendo a centinaia di milioni di italiani di comunicare in modi sempre più moderni ed efficienti. Già ai primi del 900, tra i più grandi produttori mondiali di apparecchiature telefoniche, Ericsson ha contribuito significativamente alla nascita ed evoluzione delle infrastrutture analogiche e digitali del Paese.
100 anni costellati da tappe importantissime che hanno portato le telecomunicazioni a diventare pervasive e accessibili a tutti, e reso il nostro Paese “connesso”. Da 1 telefono ogni 500 abitanti a quasi due sim per persona. Dal primo telefono da tavolo in bachelite ai centralini automatici, fino al potenziamento della rete telefonica nazionale grazie al cavo coassiale. Ericsson in Italia è stata protagonista indiscussa di questa evoluzione: prima la rivoluzione della teleselezione per la linea fissa e poi la rivoluzione, anzi, lo tsunami della telefonia mobile: dalla tecnologia analogica Tacs fino alla rete mobile ultraveloce 5G. Così l’azienda svedese dal “cuore” italiano ha accompagnato il nostro Paese nella sfida della leadership telefonica contribuendo a un’importante metamorfosi culturale e sociale.
Gli inizi
La storia di Ericsson in Italia inizia a Roma il 3 ottobre 1918, insieme a quella di FATME: Fabbrica Apparecchi Telefonici e Materiale Elettrico.
In Italia vi è 1 telefono ogni 500 abitanti quando Ericsson decide di investire i primi capitali nella neonata FATME. I primi clienti della FATME sono i Telefoni di Stato, le Officine del Genio Civile e le Ferrovie dello Stato. Si producono centralini, impianti intercomunicanti sia per linee interne che urbane, apparecchi da tavolo a batteria, suonerie, valvole, commutatori di linea, amperometri e altri strumenti di misurazione.
Lo sviluppo della rete telefonica nazionale
Nel 1925 l’Italia viene divisa in 5 zone telefoniche, ognuna assegnata a una concessionaria. Alla SET, di cui è proprietaria la FATME, viene assegnato il Mezzogiorno e la Sicilia. Nel giro di 5 anni sarà realizzata la rete telefonica del Sud Italia, posando 60 mila chilometri di cavi.
Il telefono made in Italy
Nel 1931 la Ericsson lancia in Svezia il primo telefono da tavolo in bachelite. Sarà proprio la FATME a portare in Italia la produzione di questo tipo di telefono, diventando la prima azienda nazionale a confrontarsi con la tecnologia della stampa di materiali plastici e termoplastici. Negli stessi anni la SIELTE (Società Impianti Elettrici e Telefonici sistema Ericsson) estende il suo campo di azione all’installazione delle reti. La Ericsson fornisce così un contributo significativo al miglioramento degli impianti telefonici del nostro Paese.
La ripresa dopo la Guerra
Durante la Seconda Guerra Mondiale la FATME smette di fare telefoni per dedicarsi alla produzione di dispositivi militari, sempre hi-tech. L’attività tradizionale riparte con un’altra innovazione: l’introduzione nelle reti a lunga distanza del cavo coassiale a 960 canali, la fibra ottica del tempo.
La teleselezione nazionale
Tra gli Anni ‘50 e ’60 ci fu prima lo studio e poi la realizzazione del piano per la teleselezione nazionale. Prima di allora telefonare oltre la propria città richiedeva il passaggio per un centralinista. Per far fronte alla richiesta nascono gli stabilimenti di Pagani (Salerno), Avezzano e Sulmona (L’Aquila).
L’elettronica nelle telecomunicazioni
Ericsson produce e inserisce per prima nella rete italiana le centrali interurbane elettroniche di tipo AKE (A Kappa E). Il primo esemplare di queste centrali, che si presentano come nodi fondamentali della rete, entra in funzione a Palermo nel 1975.
1978: il primo centro R&S
Nel 1978 nasce a Roma la Direzione Ricerca e Sviluppo della FATME. In un primo tempo dedicata esclusivamente all’adattamento delle apparecchiature della casa madre al mercato italiano, assume gradualmente il ruolo di centro di competenza globale per l’intera Ericsson.
Dall’elettronica al digitale
Nel 1982 la FATME installa a Napoli Capodichino la prima centrale digitale in Italia. Si chiama AXE e diventerà la centrale più diffusa nel mondo. Si entra in una nuova era delle telecomunicazioni: l’ingombro di una centrale digitale è 7 volte inferiore rispetto a una centrale elettromeccanica, con un livello di efficienza nettamente superiore. Da questo momento il telefono diventa alla portata di tutti.
Inizia l’era del mobile
Nel 1990 la rete TACS entra in funzione in tutte le città che ospitano i campionati del mondo di calcio e su tutte le autostrade che le collegano. Ericsson fornisce le centrali telefoniche AXE e il sistema di gestione. Anche le stazioni radio base sono costruite su licenza Ericsson. Nel 1992 è la volta del GSM con Ericsson ancora una volta protagonista.
La scheda prepagata
Nel 1996 TIM è il primo operatore al mondo a lanciare un piano tariffario basato su una carta prepagata. Lo fece grazie a Ericsson che trovò così una soluzione innovativa per avvicinare la telefonia mobile al pubblico di massa. Oggi la scheda prepagata è usata in tutto il mondo.
Il lancio dell’Umts
Tre Italia è uno dei cinque vincitori della gara per le frequenze UMTS in Italia. Con Ericsson come partner, inizia a costruire la rete mobile di terza generazione a tempo di record, installando 2000 stazioni radio base in 1 solo anno. A fine 2002 il Ministro delle Comunicazioni, Gasparri, fa sulla rete di Tre Italia la prima telefonata al mondo su una rete di terza generazione. Il 3/3/2003, Tre Italia lancia i suoi servizi commerciali.
Una connessione da Guinness dei primati
Nel 2013 è stato battuto il record mondiale di velocità su Internet, con la trasmissione di dati al ritmo di un terabit al secondo. Il primato è avvenuto in Australia, su rete Telstra, nel collegamento fra Sydney e Melbourne, distanti fra loro mille chilometri. La tecnologia che lo ha reso possibile è italiana, nata della collaborazione tra Ericsson, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (Cnit).
5G e oltre
Ericsson è apripista nelle sperimentazioni della tecnologia 5G. Insieme a operatori e partner industriali avvia nel 2016 il progetto “5G for Italy” e successivamente le sperimentazioni nelle città di Torino, Roma e Genova. Nel dicembre del 2017 Ericsson e TIM effettuano a Torino la prima sperimentazione in pubblico della rete 5G, raggiungendo la velocità record di oltre 20 Gbps. Oggi i ricercatori di Ericsson in Italia sono all’avanguardia nelle attività di ricerca sul grafene, elemento chiave per la banda ultralarga del futuro e per l’evoluzione del 5G.
Ericsson in Italia
3 sedi principali: Roma, Milano, Napoli
3 centri di Ricerca e Sviluppo: Genova, Pagani, Pisa
Presenza capillare su territorio nazionale con decine di uffici. Per garantire continuità ed efficienza alla reti dei nostri clienti operatori
Dipendenti: 3000, di cui circa 600 ricercatori
600 brevetti negli ultimi 18 anni (dal 2000)
Collaborazione con le principali università (Tor Vergata, Sapienza, Roma Tre, Luiss, S.Anna di Pisa, Politecnico Milano, Politecnico Torino, Genova, Siena, Trento, Napoli) e centri di ricerca (Cnit, Istituto Italiano di Tecnologia)
1 programma per startup: “Programma EGO”
Leadership sulla banda larga mobile, evoluzione LTE
Leadership sulla Core Network (intelligenza della rete) e nuovi servizi digitali
Gestione delle reti per conto dei clienti – Managed Services (Vodafone, Tre)
5G: protagonista delle prime sperimentazioni con TIM (5G for Italy; Torino, Genova) e Fastweb (Roma, Genova).
Partecipazione a progetti Europei Horizon 2020. Esempi: Corealis (Porto del futuro – Livorno); Graphene Flagship; 5G EVE; 5G Transformer; SoftFIRE etc etc
Amministratore delegato: Federico Rigoni