Le Tlc sono obbligate a comunicare alle autorità la localizzazione di chi chiama per emergenze. Lo stabilisce la Corte di Giustizia europea secondo cui gli operatori devono “trasmettere gratuitamente – si legge nel comunicato – all’autorità incaricata delle chiamate di emergenza al 112 le informazioni che consentono di localizzare il chiamante”. Gli Stati membri, “devono provvedere affinché tale obbligo sia rispettato anche se il telefono cellulare non è provvisto di una scheda sim”.
La misura arriva a seguito del caso che si è verificato in Lituania nel 2013, in cui una ragazza (poi assassinata) non era stata localizzata nonostante la chiamata al numero di emergenza 112. Rapita, la 17enne era stata rinchiusa nel bagagliaio di un’autovettura. Mentre vi si trovava rinchiusa, la ragazza aveva chiamato una decina di volte tramite un telefono cellulare il numero di emergenza unico europeo 112 per chiedere aiuto. Tuttavia, gli apparecchi del centro di raccolta delle chiamate di emergenza non mostravano il numero di telefono cellulare utilizzato, il che ha impedito la sua localizzazione.
Secondo i giudici di Lussemburgo, gli Stati membri devono provvedere affinché l’obbligo sia rispettato anche se il telefono cellulare non è, come sembrò in quel caso, provvisto di una scheda sim. E stabiliscono che la direttiva “servizio universale” impone agli Stati membri, a condizione che ciò sia tecnicamente fattibile, l’obbligo di provvedere affinché le imprese interessate mettano gratuitamente a disposizione dell’autorità incaricata delle chiamate di emergenza al 112 le informazioni relative all’ubicazione del chiamante non appena la chiamata raggiunge tale autorità”.