La possibile fusione con Telecom Italia fa finire sotto i riflettori i conti di 3 Italia. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, dalle verifiche in corso starebbe emergendo un quadro di 3 un po’ diverso di quello comunicato da Hutchison: la mappatura della clientela sarebbe arrivata a individuare 7,5 milioni di utenti contro il 9,5 milioni dichiarati da 3 Italia a fine 2012, e il margine operativo lordo sembrerebbe essere di circa 100 milioni contro i 260 annunciati. Non essendo quotata 3 Italia non ha l’obbligo di rendere pubblici i risultati di bilancio.
Commentando quanto riportato Intermonte ricorda di avere “sottolineato la scarsa trasparenza della contabilità di Hutchison, pertanto aggiustamenti sono possibili”.
Secondo il bilancio 2011 della controllante lussemburghese 3 Italia vale ben 6,3 miliardi di euro, il triplo rispetto alle valutazioni circolate nei giorni scorsi. Le stime hanno attribuito all’operatore mobile del gruppo Hutchison Whampoa una valorizzazione intorno a 2 miliardi, pari a circa 7 volte l’ebitda 2012 di 264 milioni di euro. Nei conti 2011 di Hutchison 3G Italy Investments sarl, che appartiene al gruppo Hutchison Whampoa e detiene il 97,4% di 3 Italia, la partecipazione nella società italiana ha un valore di 6,27 miliardi di euro circa, iscritta al costo d’acquisto, mentre i prestiti infragruppo si attestano a 6,388 miliardi (4,4 miliardi nel 2010) per lo più a tasso zero, per un totale degli asset finanziari di 12,6 miliardi (10,6 miliardi nel 2010). La holding lussemburghese è stata costituita ad agosto del 2000, quando Hutchison rilevò il 51% di Andala (diventata poi 3 Italia) dal fondatore di Tiscali, Renato Soru e da Franco Bernabè, attuale presidente di Telecom Italia, per poi salire nel giro di due anni all’88%. Contattata, la capogruppo Hutchison Whampoa limited, quotata a Hong Kong, ha sottolineato che il gruppo non usa fornire dettagli sulle società controllate non quotate. 3 Italia ha chiuso il 2012 con ricavi in crescita del 10% a 1,965 miliardi di euro e un ebit a 0,5 milioni di euro, rispetto ai 5,8 milioni del 2011.