Si terrà il 18 luglio l’incontro fra Ericsson Italia e le sigle sindacali per discutere il piano di esuberi incentivati recentemente presentato dall’azienda a Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil. “Il piano prevede un programma di esodi su base volontaria per 374 dipendenti operanti in diverse aree di business – si legge in una nota di Ericsson – l’azienda si impegna a mettere a disposizione delle persone che decideranno di lasciare l’azienda non solo incentivi economici, ma anche la possibilità di usufruire di supporto alla ricollocazione professionale”.
“Per far fronte a uno scenario nazionale e internazionale nelle telecomunicazioni sempre più competitivo e che impone il costante efficientamento dei processi produttivi – prosegue Ericsson – l’adeguamento dell’offerta e delle attività alle nuove esigenze del mercato e la necessità di ridurre la base dei costi per aumentare l’efficienza complessiva della struttura organizzativa, Ericsson Italia ha deciso di avviare un percorso di riduzione – su base volontaria – del proprio personale”.
Sono state avviate le consultazioni con le organizzazioni sindacali per l’inizio della procedura di risoluzione del rapporto di lavoro con collocazione in mobilità. L’intervento, precisa l’azienda, ha l’obiettivo di proseguire nel rafforzamento della competitività dell’azienda sul mercato italiano e di proseguire negli investimenti sulla crescita nel lungo termine. Ericsson infatti rinnova il proprio impegno sul mercato italiano e nella presenza sul territorio nazionale, dove opera dal 1918 attraverso sedi in 19 città, più di 5.000 dipendenti e 4 centri di Ricerca&Sviluppo a Genova, Pisa, Milano e Pagani (Sa). La strategia globale dell’azienda non cambia.
“Ericsson ha in programma un ridimensionamento del personale sul mercato italiano – dice Angelo Ughetta della Uilcom Uil – Il piano di esuberi è su base volontaria, riguarda circa il 5% del personale in tutta Italia. Ci hanno comunicato che si tratta di un piano non traumatico della durata di due anni”. Ma, aggiunge Ughetta, “non penso che il 18 luglio firmeremo l’accordo con l’azienda – dice – perché in questo periodo, dopo l’interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale, abbiamo rallentato le relazioni industriali. Di certo diremmo no a qualsiasi forma di uscita coatta dall’azienda”.
“Il 18 luglio incontreremo l’azienda, è il primo incontro da procedura – dice Giuseppe Francesco, della Slc Cgil – non penso che firmeremo nulla il 18, vogliamo approfondire bene i contenuti del piano che ci ha sottoposto l’azienda”.