4G, la sfida più difficile sarà sui device

Secondo un’analisi di Idate i produttori dovranno mettere sul piatto risorse per rendere compatibili le “collezioni” in via di sviluppo con la tecnologia Lte: un processo che impatterà inevitabilmente sulle casse, ma anche sul time-to-market. E per i chipmaker si apre la caccia a nuove competenze

Pubblicato il 09 Set 2011

“L’ecosistema intorno all’Lte sta crescendo in maniera
costante a livello globale, con più di 200 operatori che hanno
già annunciato il loro ingresso in questa tecnologia”, dice
Frédéric Pujol, responsabile Mobile & Spectrum practice di della
società di analisi Idate. “A fine giugno già 19 operatori
avevano lanciato il servizio Lte e sono almeno altri 16 quelli che
lo lanceranno nella seconda metà del 2011”.

Secondo l’analisi di Idate, i player che avranno le maggiori
opportunità con l’avvento della nuova tecnologia sono i
produttori di microchip, i produttori di device mobili e gli
operatori di reti mobili.

Per quanto riguarda i produttori di microchip, le crescenti
funzionalità dei device mobili richiederanno competenze in diverse
aree. Idate vede Qualcomm, Nvidia e ST-Ericsson in cima alla lista
dei top player sul fronte dei chip.

Per i produttori di device mobili, la sfida più difficile sarà la
necessità di integrare al meglio il 4G nei dispositivi esistenti.
Un processo che impatterà inevitabilmente in termini di
tecnologie, costi, gestione dei diritti d’autore, time to market.
Ad oggi, i maggiori player hanno adottato strategie diverse. Apple,
ad esempio, ha adottato un approccio cauto, in attesa che l’Lte
diventi una tecnologia matura per il mercato di massa. Altri
vendor, come Htc, Samsung e Lg sono entrati molto presto nel
mercato, allo scopo di differenziarsi e di aumentare le loro quote
di mercato. Nel lungo termine, però, non consideriamo l’early
adoption dell’Lte nei device come una barriera all’ingresso per
i nuovi entranti.

Per gli operatori di reti mobili, i device sono un fattore chiave
per la promozione delle nuove reti ultra veloci. Gli operatori
dovranno fare diversi tentativi, per scegliere i device da
promuovere, con quale percentuale di sovvenzione, su quale sistema
operativo puntare, e con quale livello di integrazione con servizi
sms e voce.

Il punto per gli operatori è da un lato rendere disponibile un
range sufficiente di device per attirare potenziali sottoscrittori,
dall’altro creare un mercato abbastanza ampio per spingere i
produttori di device a investire in nuovi prodotti per i loro
network. Finora, Verizon è stata in grado di catturare la maggior
parte dei nuovi device Lte Fdd ma il quadro cambierà rapidamente,
soprattutto in Asia e più avanti in Europa.

Vista la crescita dell’ecosistema Td-Lte, Idate prevede
l’avvento di diversi handset multimode sul mercato nel 2012:
device che integrano Wimax e Td-Lte, per consentire la migrazione
degli operatori Wimax al Td-Lte. La società di analisi prevede
inoltre la combinazione delle funzionalità Fdd e Tdd da parte
degli operatori per facilitare il traffico internazionale in
roaming.

Nella fase iniziale dell’Lte, il servizio voce viaggerà sui
network 3G. Verizon Wireless sta programmando il lancio del VoLte
(Voice over Lte) entro la metà del 2012.

Infine, un problema non secondario riguarda le bande utilizzate in
giro per il mondo per l’Lte: negli Usa si tratta delle frequenze
a 700 MHz, in Europa di quelle a 800 MHz. Inoltre, ci sono le
frequenze a 1800 e 2600 MHz. Le differenze a livello regionale
resteranno in futuro e avranno un impatto importante sulla crescita
dell’ecosistema Lte. L’armonizzazione delle bande di frequenza
a e il roaming internazionale saranno quindi i problemi maggiori da
superare.

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