IL FRAMEWORK

5G, ecco lo standard per i servizi end-to-end: le linee guida dell’Ngmn Alliance

I nuovi requisiti architetturali descrivono i prossimi passi per far evolvere le tecnologie e i casi d’uso più innovativi. Più opportunità agli operatori mobili grazie a reti “autonomiche” basate su una piattaforma as a service “intelligente”

Pubblicato il 10 Dic 2020

5G

La Ngmn (Next generation Mobile Networks) Alliance ha pubblicato gli aggiornamenti ai requisiti per le architetture 5G end-to-end o 5G End-to-End (E2E) architecture framework.  Il rinnovato framework ha lo scopo di far progredire l’ecosistema 5G perché abbia gli strumenti per consentire “accesso eterogeneo, virtualizzazione, capacità autonomiche, abilitatori di servizi innovativi e scenari emergenti di utilizzo che supportano il pieno potenziale del 5G”, come si legge in una nota dell’Ngmn

I nuovi requisiti pubblicati dall’Ngmn descrivono i prossimi passi che servono per far evolvere le tecnologie e i casi d’uso più innovativi e che permetteranno agli operatori mobili di offrire nuove funzionalità e di potenziare l’esperienza dell’utente.

Sviluppo agile dei servizi

L’Alliance sottolinea come l’ecosistema 5G sia in costante evoluzione e continui a veder crescere gli scenari d’uso. Ciò rende più complessa l’implementazione del servizio da una prospettiva end-to-end. L’Ngmn ha voluto affrontare questo aspetto puntando allo sviluppo agile dei servizi come uno degli obiettivi fondamentali di una Platform as a Service cognitiva, che si focalizza sui modelli dati basati su intelligenza artificiale e machine learning.

I requisiti vengono descritti in termini di entità e funzioni che caratterizzano le capacità di un framework end-to-end. Le prospettive e considerazioni architetturali sottolineano la definizione di requisiti per il framework end-to-end. Questo va di pari passo con la vision sulle categorie di servizio associate al 5G:  Enhanced mobile broadband, Massive Internet of things e Ultra-reliable low latency communications.

Le reti si auto-organizzano

Il documento analizza inoltre in dettaglio l’autonomic networking, il concetto di reti che si autogestiscono, e fornisce un modello scalabile, personalizzabile e self-organizing per un’automazione che abbraccia tutto il sistema. Qui la virtualizzazione e la programmabilità sono adottate in maniera end-to-end.

L’auto-organizzazione è un aspetto integrante dell’autonomic networking per un’automazione che impara e si adatta dinamicamente alle variabili condizioni del sistema e del suo ambiente e al tempo stesso soddisfa i parametri di performance (Kpi) e di qualità dell’esperienza del servizio.

Più vicino lo standard per le tecnologie 5G

Sebastian Thalanany di US Cellular e capo del progetto Ngmn sull’architettura 5G end-to-end, ha definito il nuovo framework un “importante sviluppo e un ulteriore passo in avanti nel nostro lavoro per supportare le Organizzazioni per lo sviluppo degli standard (Sdo) nel definire uno standard per le tecnologie 5G”. L’Ngmn, ha sottolineato Thalanany, incoraggia lo sviluppo di specifiche “interoperabli e market-enabling, che potranno consentire la realizzazione di scenari di utilizzo emergenti”.

“È una pietra miliare per l’Ngmn per abilitare l’ecosistema 5G e permettergli di soddisfare le aspettative sul suo potenziale”, ha commentato Anita Döhler, Ceo della Ngmn Alliance. “È anche una dimostrazione dell’eccelleza della nostra Partnership”.

I requisiti contenuti nel nuovo framework rappresentano un’evoluzione dei concetti e delle direzioni architetturali descritti nel primo Ngmn 5G White paper e nelle ulteriori pubblicazioni dell’Alliance.

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