“Rimuovere gli ostacoli ingiustificati all’installazione ed all’esercizio di infrastrutture di telecomunicazioni, promuovendo l’utilizzo di servizi di comunicazione elettronica da parte dei cittadini e rilanciando gli investimenti privati e pubblici nelle suddette reti di comunicazione”: questo il principale messaggio contenuto nella segnalazione dell’Antitrust indirizzata ai Presidenti del Senato e della Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
La segnalazione- scrive in una nota l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli – riguarda lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fissa e mobile a banda ultralarga, in un’ottica di promozione degli investimenti e del rispetto di un corretto gioco concorrenziale. “L’Autorità ha rilevato che le infrastrutture di telecomunicazioni, sia mobili che fisse, costituiscono elemento fondamentale per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e la crescita economica, come dimostrato anche nel corso della recente emergenza sanitaria dall’accesso al lavoro ed all’istruzione a distanza. Occorre quindi che le istituzioni pubbliche rimuovano gli ostacoli ingiustificati all’installazione ed all’esercizio di infrastrutture di telecomunicazioni, promuovendo l’utilizzo di servizi di comunicazione elettronica da parte dei cittadini e rilanciando gli investimenti privati e pubblici nelle suddette reti di comunicazione”.
In primo luogo, l’Autorità richiama quanto espresso in precedenza sulla “necessità di rimuovere gli ostacoli ingiustificati all’installazione di impianti di telecomunicazione mobile e broadband wireless access, anche in virtù di una rinnovata verifica della validità degli attuali limiti elettromagnetici e degli standard di misurazione alla luce delle valutazioni scientifiche intervenute al riguardo, con conseguenti importanti favorevoli ricadute sui livelli di servizio erogati ai consumatori e alle imprese”.Ed è in questo passaggio che è evidente il riferimento a quanto sta accadendo in particolare sul fronte 5G con il forte aumento delle ordinanze comunali che puntano a bloccare l’installazione delle nuove antenne.
E in secondo luogo, auspica “un’azione volta a ridurre gli oneri amministrativi e le barriere allo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fisse con opportuni interventi sugli iter autorizzativi e sui limiti al subappalto, in modo da favorire una concorrenza tra operatori per la fornitura di infrastrutture di qualità, con adeguati benefici in termini di prezzo”.
L’Autorità accoglie inoltre con favore la previsione di strumenti di sostegno alla domanda – tramite l’erogazione di voucher e dispositivi elettronici – per le famiglie meno abbienti (intervento di coesione o c.d. fase I), rispondenti ad un duplice obiettivo: inclusione sociale ed educazione al mondo digitale. Al contempo, ritiene necessario che gli ulteriori interventi destinati alle famiglie e alle imprese (interventi della c.d. fase II) debbano essere erogati esclusivamente per connessioni con velocità di almeno 100 Mpbs, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. “In caso contrario si avrebbe un sostegno ingiustificato per tecnologie che hanno dimostrato, proprio durante l’emergenza sanitaria, di non essere adeguate al soddisfacimento delle esigenze di connettività del Paese”.
Infine si assume che “un forte stimolo ai clienti finali ad avvalersi di nuove tecnologie possa derivare dalla mobilità della clientela tra i diversi operatori”. In tal senso, “appare opportuna una modifica delle norme relative al diritto di recesso di cui art. 1, commi 3 e 3-ter, del D.L. n. 7/2007, al fine di impedire agli operatori di pretendere corrispettivi ingiustificati in caso di recesso anticipato – in termini di imposizione di costi relativi a servizi di attivazione e accessori non corrispondenti a quelli reali – tali da limitare eccessivamente la facoltà dei clienti di cambiare operatore”. Peraltro “l’eliminazione di ogni ostacolo contrattuale al cambio di operatore, tra cui il vincolo di permanenza dei clienti già contrattualizzati fino a 48 mesi, con tecnologie obsolete, favorirebbe la concorrenza per la fornitura di servizi sempre più veloci. Questo strumento, inoltre, sosterrebbe gli investimenti legati alla domanda di connettività, senza alcun onere pubblico”.
L’Autorità auspica che tali interventi “siano adottati in modo da permettere un più veloce sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili e di assicurare un level playing field concorrenziale. La concorrenza tra operatori, a tutti i livelli della filiera dei servizi di telefonia mobile e fissa, può rappresentare il motore principale per l’ammodernamento delle reti di telecomunicazione, garantendo che i consumatori siano gli effettivi destinatari dei relativi effetti benefici, in termini di prezzi, qualità dei servizi e innovazione tecnologica”.
“Apprendiamo con soddisfazione della segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che richiama l’attenzione sullo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fissa e mobile a banda ultra-larga, indicando la strada per la promozione degli investimenti in un contesto concorrenziale”, afferma Pietro Guindani, Presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni. “L’Autorità della Concorrenza è da sempre attenta alla necessità di rimuovere gli ostacoli per l’installazione di impianti di telecomunicazione e non possiamo che concordare sull’urgenza di proseguire con la realizzazione delle reti – prosegue – così da favorire la competitività del tessuto imprenditoriale ed economico dell’Italia. Ora è il momento delle Istituzioni, affinché attraverso le semplificazioni amministrative ora in discussione possano garantire le condizioni indispensabili per la realizzazione della copertura infrastrutturale del territorio e l’accesso ai servizi a cittadini e imprese”.