TRADE WAR

5G, per Huawei altri 45 giorni di proroga negli Usa

Concesso un ulteriore delay al vendor cinese: potrà continuare a operare con le aziende e le telco americane fino al 15 maggio. Ma gli analisti avvertono: la politica dell’isolamento è un danno per la leadership tecnologica degli Stati Uniti

Pubblicato il 11 Mar 2020

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Huawei ha ancora 45 giorni per fare business negli Stati Uniti: Washington ha garantito una nuova proroga al vendor cinese all’entrata in vigore del bando deciso lo scorso anno dal dipartimento del Commercio. In base a questo ban, emesso “per ragioni di cyber-sicurezza”, il governo americano ha vietato a Huawei di approvvigionarsi di materiali, componenti e tecnologie dalle aziende Usa. L’obiettivo ultimo di Washington è tagliar fuori Huawei dalle forniture per le nuove reti 5G.

Per continuare a vendere al colosso cinese delle Tlc, le aziende americane devono presentare richiesta apposita al dipartimento del Commercio e ottenere una deroga. E infatti centinaia di aziende Usa hanno presentato nei mesi scorsi richiesta al dipartimento per continuare a vendere a Huawei; alcune licenze sono state già erogate, compresa quella a Microsoft. Ora arriva un’estensione ufficiale dei termini: per Huawei c’è una “tregua” di 45 giorni, una licenza temporanea per commerciare negli Usa fino al 15 maggio.

Un favore alle piccole telco Usa

Il bando votato dal dipartimento del Commercio Usa risale ad aprile 2019: il provider cinese è finito in una black list di aziende per motivi di “sicurezza nazionale”. L’entrata in vigore del bando è stata più volte rinviata; una nuova proroga di 90 giorni è stata varata a metà novembre e un’altra ancora a febbraio per la durata di 45 giorni, che scadeva il 1 aprile.

Il vendor cinese in questi periodi di tregua ha una licenza provvisoria per continuare a vendere e comprare da partner americani. La decisione di Washington di rinviare nuovamente l’attuazione della misura va incontro alle pressioni delle aziende Usa che basano parte del loro business sulle vendite a Huawei e risponde anche alla necessità delle telco più piccole di trovare con calma fornitori alternativi all’azienda cinese per le loro infrastrutture di rete. Si tratta di operatori telecom attivi in zone circoscritte, spesso rurali o remote, che non hanno possibilità di effettuare grandi investimenti e ricorrono tipicamente a Huawei per le forniture di attrezzature di rete.

Huawei sempre più forte: l’isolamento fa male agli Usa

Il bando americano contro Huawei potrebbe tuttavia rivelarsi un boomerang e finire col rendere il colosso cinese ancora più forte, come scrive la testata Axios in un commento. Le tensioni commerciali tra Usa e Cina e le crescenti preoccupazioni di Washington per la cyber-sicurezza stanno spingendo i gruppi tecnologici cinesi a diventare sempre più autosufficienti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, stimolando ulteriormente la loro spinta innovativa, soprattutto nel campo del 5G. Questo potrebbe fare di Huawei l’azienda dominante in numerosi settori, ancora più di quanto non lo sia oggi.

Per esempio, il dipartimento del Commercio americano ha impedito alle aziende statunitensi di vendere a Huawei tecnologie sensibili come i chip, che sono cruciali per le nuove reti 5G. Di conseguenza Huawei sta cercando di trovare nuovi modi per avere i microprocessori, sia sviluppandoli internamente sia affidandosi a partner non Usa. Ciò, conclude Axios, potrebbe sottrarre agli Stati Uniti quel predominio nella tecnologia dei chip che finora ha saldamente detenuto.

Potremmo finire col cedere terreno alle multinazionali cinesi se gli Stati Uniti continuano a chiudere il loro settore tecnologico, isolandosi dall’innovazione che arriva da tutto il mondo”, ha affermato Samm Sacks, esperto di Cina e cybersecurity per New America. Gli Usa sono ben posizionati per essere leader nel 5G, dice l’esperto, ma non possono tagliar fuori Huawei dalla tecnologia americana e pressare gli alleati perché facciano altrettanto: l’approccio difensivo si rivelerebbe un danno.

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