LA PROPOSTA

5G, per il Pentagono ipotesi rete pubblica e spectrum-sharing con gli Ott

La Difesa Usa potrebbe condividere le frequenze in suo possesso e assegnare contratti per la realizzazione di una rete di scala nazionale a operatori alternativi. Telco sul piede di guerra dopo i miliardi di dollari di investimenti in frequenze: “Le reti Tlc spettano ai privati”. E c’è anche il no di Trump

Pubblicato il 23 Set 2020

pentagono

Il Pentagono valuta l’ipotesi spectrum sharing per il 5G: per accelerare la copertura degli Stati Uniti con la nuova rete mobile ultra-veloce e i suoi servizi essenziali, il dipartimento americano della Difesa potrebbe permettere ai colossi della Silicon Valley e ad altre aziende di utilizzare le frequenze di proprietà del Pentagono. Lo riporta il Wall Street Journal.

La Difesa Usa ha intanto pubblicato una richiesta di informazioni che potrebbe essere il passo preliminare per permettere agli investitori interessati di partecipare a una gara in cui verrebbero assegnati i contratti per costruire una rete mobile 5G nazionale per operatori sia militari che commerciali. Questa struttura dual-use permetterebbe alle aziende private di fornire connettività 5G per automobili, fabbriche, ospedali, scuole e altre strutture senza dover acquistare le licenze per lo spettro.

Si tratterebbe di un grande favore ai colossi del digitale, agli Ott e ai nuovi entranti del mondo delle telecomunicazioni, e uno schiaffo ai tre grandi operatori mobili che competono sul mercato statunitense – Verizon, At&t, TMobile Us recentemente unitasi a Sprint – che hanno speso 4,6 miliardi di dollari nella più recente gara per le frequenze mobili e spenderanno ancora “decine di miliardi di dollari”, secondo gli analisti di settore, nell’asta fissata per dicembre.

Google nella lobby dello spectrum-sharing

Molte aziende tecnologiche hanno fatto pressione sull’amministrazione Usa per poter entrare sul mercato delle telecomunicazioni mobili. Alphabet, la capogruppo di Google, è una delle aziende più attive a Washington per sostenere i vantaggi della condivisione dello spettro wireless.

Alcuni top manager di Google hanno discusso nei mesi scorsi la proposta del Pentagono in incontri con rappresentanti del governo americano, anche se non è chiaro, sottolinea il Wsj, se Google mira ad essere tra le aziende che partecipano concretamente al progetto del Pentagono o se l’intenzione di Mountain View è semplicemente di promuovere una politica che abbassarebbe il prezzo dei dati su Internet a beneficio delle sue attività cloud e di advertising.

Una rete a controllo pubblico

Nella proposta del dipartimento della Difesa, il Pentagono manterrebbe il controllo delle frequenze, che sarebbero le stesse oggi usate per scopi militari (radar, hardware delle Forze armate). Il progetto ha già attratto l’interesse di alcuni contractor della Difesa Usa.

La rete 5G fondata sullo spectrum sharing del Pentagono avrebbe dunque un principale obiettivo d’uso militare: il suo “intento è di assicurare la maggiore efficacia ed efficienza di utilizzo dello spettro della Difesa per essere formati, pronti, letali”.

Ma ci sono anche le applicazioni commerciali, e il sistema della condivisione farebbe scendere i costi dello spettro per gli operatori alternativi.

La Casa Bianca non approva (per ora)

La rete nazionale 5G basata sullo spectrum-sharing vede dunque le grandi telco sul piede di guerra. L’associazione di settore Ctia da sempre sostiene che la copertura di rete è compito delle imprese private e ricorda che negli Stati Uniti ci sono già due reti 5G di scala nazionale e una terza in fase di realizzazione.

L’opposizione arriva anche da alcune aree dell’amministrazione Trump nonché dalla Casa Bianca e dallo stesso presidente degli Stati Uniti, che ha pubblicamente criticato una proposta simile avanzata all’inizio del 2018.

In ballo la supremazia industriale Usa

Al contrario, tra i sostenitori c’è Eric Schmidt, ex presidente di Google e oggi attivo nel venture capital (Schmidt Futures) e nella beneficienza. Fino alla scorsa settimana ha anche ricoperto un ruolo nella Difence Innovation Board del Pentagono. La convinzione di Schmidt è che la mancata copertura 5G nazionale sia una “emergenza” che mette l’industria degli Stati Uniti in posizione di svantaggio rispetto alla Cina e che per accelerare la diffusione della nuova rete mobile occorra “qualche forma di sharing”.

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