L’Irlanda entra a gamba tesa sul campo da gioco del 5G. Anzi, batte gli altri sul tempo e mette a segno la vendita all’asta delle frequenze nella banda 3,6 Ghz prima al mondo da quando la banda 3,4-3,8 è stata assegnata dal World Radiocommunication Forum del 2015 al mobile. Il governo ha incassato 78 milioni di euro. Cifra superiore alle attese, che potrebbe stabilire un precedente per le gare che dovranno succedersi nei vari Stati europei per questa fascia di radio spettro. Immaginando un’operazione simile per il nostro Paese, con almeno 100 Mhz contigui per operatore (e calcolando la differenza di popolazione, di km quadrati, ecc) l’Italia potrebbe con la stessa gara incassare circa un miliardo di euro.
La banda 3,4-3, viene considerata preziosissima per il 5G: catalogata dall’Europa come “banda pioniera” del 5G permette di aumentare la capacità della rete.
L’asta irlandese ha visto battere 350 Mhz distribuiti in 594 lotti che coprono tutto il territorio e suddivisi fra 5 aree urbane e 4 rurali. Vodafone, Three e Meteor i principali operatori ad aggiudicarsi le licenze in tutte e 9 le regioni. Le licenze hanno una durata di 15 anni. I megahertz son stati assegnati su una base di contiguità.
Vodafone ha investito 17,9 milioni, Three 15,3 e Meteor 11,5. Altre “fette” di spettro radio sono poi state assegnate al nuovo entrante Airspan che lavora nelle smart utility e all’Isp Imagine Communications.
In Italia però c’è un problema: è occupata. In parte dalla Difesa, da collegamenti satellitari, da ponti radio di broadcaster e telco. Ma la fetta più grane è occupata dagli operatori Wimax: ma solo fino al 2022.